Applaudito il viaggio di Trapletti

Sacha Trapletti

Sacha Trapletti.

Sacha Trapletti è un uomo tuttofare, come il Passepartout di Verne, ha scritto, diretto (con la supervisione di Andrea Chiodi) e interpretato il testo, sdoppiandosi e anche moltiplicandosi nei vari personaggi, si è occupato dei costumi e della scenografia, forse, quest’ultimo, l’elemento più interessante e spettacolare di Girovago alias il mio viaggio che ha aperto ieri sera il FIT al Foce, nell’ambito della sezione Young & Kids, il concorso per ragazzi. Utilizzando proiezioni su schermo di fondo e anche sul pallone della mongolfiera ricostruita in scena (che in realtà è protagonista di un altro libro di Verne, Cinque settimane in pallone), apparizioni ingombranti come quella di un plastico elefante, le sbarre di una prigione e alla fine persino del muso di un treno fumoso, l’artista milanese, classe 1993, conduce gli spettatori in un movimentato viaggio ispirato al Giro del mondo in 80 giorni. Con l’espediente di un abito, giacca, pantaloni e cappello, diviso a metà, apparendo cioè, di volta in volta, a sinistra e a destra, di colore e/o foggia diversi, copre la parte sia di Fogg sia del suo maggiordomo, un meccanismo in cui appare certamente abile nel mutare espressioni e tonalità, ma che alla lunga può risultare stancante per chi deve seguire. Mentre si attraversa l’Europa, poi l’Africa, l’Asia, fino all’America, però si possono cogliere le seminate perle di saggezza sul viaggiare che fa parte della natura umana, tanto quanto il bisogno di tornare poi a casa, di non dimenticare le proprie radici, si viaggia per coltivare l’immaginazione, per conoscere e riconoscersi, per “scoprire qualcosa che ci apparteneva” e questo distingue anche il viaggiatore autentico rispetto al semplice turista che va solo in superficie e non riesce a trasformarsi. Sofisticate le immagini, anche d’epoca, di città con i loro simboli rappresentativi, di mappe geografiche, di allusioni esotiche, così come la sonorizzazione che permette di fantasticare su questo itinerario che percorre i continenti. Sempre in immagine proiettata appare il poliziotto pedinatore, ora in vesti egiziane, ora giapponesi, che poi è ancora il fantasista Trapletti. Uno spettacolo nel complesso gradevole. Applausi ma poco pubblico alla prima, si replica oggi alle 16 al Teatro Foce di Lugano.

Manuela Camponovo

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