Milano, Case Chiuse presenta una mostra delle opere di Barbara Kasten

La magia che vedo nella fotografia è come un oggetto reale possa diventare un’altra realtà sulla carta. È molto più diretto di un’interpretazione. Lo spettatore fa i collegamenti. È un’illusione quando è stampata su carta, ma non è un’illusione quando sposto gli elementi sul set. (Barbara Kasten, estratto da “Interconnectedness of All Things” in conversazione con Andreas Beitin, 2019)

Case Chiuse HQ (Milano) in collaborazione con Bortolami Gallery, New York, e Kadel Willborn, Düsseldorf, presenta – fino al 25 settembre 2021 – una selezione di Constructs, polaroid di grande formato a cui l’artista, Barbara Kasten, ha lavorato tra il 1979 e il 1986; tre stampe ai sali d’argento della serie Double Negative, 2012-2016; due grandi opere, Collision 122 (2019) e Transposition 12, (2014) entrambe stampe cromogeniche sensibili ai sali d’argento.
Tutti i lavori in mostra sottolineano una continuità di ricerca in cui le forme, le dimensioni degli oggetti, la scala e la tridimensionalità dell’installazione originaria, vengono completamente trasfigurate nell’immagine fotografica che si svela ai nostri occhi come una “costruzione” astratta.

Barbara Kasten utilizza da cinquant’anni l’astrazione per creare nuovi modelli di interpretazione della realtà mettendo profondamente in discussione la capacità percettiva dell’osservatore. Richiedere attenzione nell’atto del guardare al fine di percepire anche ciò che si ignora, è il messaggio politico sotteso al suo lavoro.
Barbara Kasten è nata nel 1936 a Chicago dove vive e lavora. Si è laureata nel 1959 alla University of Arizona e nel 1970 al California College of Arts and Crafts, ottenendo una borsa di studio in scultura presso l’accademia di Poznań, Polonia. Inizia a lavorare con la fotografia e, non avendo una specifica formazione, sperimenta in totale libertà con un particolare approccio pittorico e scultoreo.

Fin dai primi lavori fotografici, una serie di cianotipie, Barbara Kasten si distacca dalla pura rappresentazione della realtà. Inizia a investigare la struttura e la percezione dello spazio, l’interazione tra la tridimensionalità e bidimensionalità, la qualità fisica dei materiali e l’incidenza della luce.
Tutte le sue opere fotografiche, sia quelle realizzate in studio sia quelle riprese all’interno di importanti edifici architettonici, derivano da questa attenta e complessa interdisciplinarità performativa in cui convergono fotografia, pittura, scultura e architettura. Per ottenere un’immagine attraverso la composizione di oggetti tridimensionali, l’artista applica una sorta di dematerializzazione dell’oggetto, appiattendolo nella bidimensionalità fotografica.

Ha realizzato mostre personali presso le più importanti istituzioni internazionali, tra le più recenti ricordiamo:

  • Kunstmuseum Wolfsburg, Germania (2020);
  • MOCA Pacific Design Center, West Hollywood (2016);
  • Hammer Museum, Los Angeles; Art Museum The Graham Foundation, in occasione della Biennale di Chicago (2015);
  • ICA Philadelphia, Philadelphia; Künstlerhaus Bethanien, Berlino;
  • Museum of Modern Art, Francoforte;
  • New Mexico Museum of Art, Santa Fe; Museum of Contemporary Canadian Art, Toronto;
  • MoMa, New York (2014); Museum of Fine Arts, Houston;
  • MCA Chicago, Chicago (2013); Smithsonian American Art Museum, Washington.

I suoi lavori fanno parte di importanti collezioni, tra queste: MoMA, New York; Metropolitan Museum of Art, New York; Whitney Museum of American Art, New York; Art Institute, Chicago; Smithsonian Art Museum, Washington; MOCA, Los Angeles; Tate Modern, Londra. Da anni ricopre la posizione di Distinguished College Artist al Columbia College di Chicago e nel 1982 ha ottenuto la John Simon Guggenheim Fellowship.

INFORMAZIONI E ORARI
La mostra è aperta dal martedì al venerdì dalle 11.00 alle 19.00.
via Rosolino Pilo 14, Milano

 

n/a