A Lugano una mattinata di studi dedicata allo scrittore istriano Fulvio Tomizza
La Biblioteca cantonale di Lugano, sabato 18 maggio, propone una mattinata di studi (09:00-12:30) dal titolo: Fulvio Tomizza “oltre la frontiera”: la scrittura come riconciliazione.
Alla conferenza, dedicata all’autore istriano, ed organizzata in occasione del ventennale della sua scomparsa (1999-2019), interverranno: la direttrice della DCSU Raffaella Castagnola, la collaboratrice scientifica dell’Archivio Prezzolini Karin Stefanski (Il Fondo Fulvio Tomizza nell’Archivio Prezzolini della Biblioteca cantonale di Lugano), il Professore dell’Università di Trieste Elvio Guagnini (Fulvio Tomizza e Trieste), il Professore dell’Università di Firenze Alberto Cavaglion (Fulvio Tomizza e la cultura ebraica. La città di Miriam, del dottor Cohen e del terribile filosofo Keckler), il Professore dell’Università di Trieste Paolo Quazzolo (Dalla tragedia carsica ai processi per eresia: il teatro di Fulvio Tomizza), la Professoressa dell’Università di Zagabria e di Triste Sanja Roić (Fulvio Tomizza e il mondo slavo) e la traduttrice Ragni Maria Gschwend (La fortuna di Fulvio Tomizza in area germanofona: esperienze di una traduttrice). Saranno inoltre presenti Mauro Novelli, dell’Università degli Studi di Milano, in veste di moderatore, e Laura Levi Tomizza, vedova dello scrittore.
Fulvio Tomizza (1935-1999) è nato a Materada (villaggio istriano oggi in Croazia, e titolo del suo primo romanzo). Dopo la maturità classica a Capodistria, si trasferisce nel 1955 a Trieste – a causa del Memorandum di Londra che annetteva la sua terra alla Jugoslavia – raggiungendo la madre e il fratello. Protagonisti assoluti della sua opera: l’esodo, lo sradicamento, lo smarrimento individuale e generale.
Ventisei i testi narrativi, tradotti in più lingue, di cui molti gli valsero premi prestigiosi. Materada (1960), La ragazza di Petrovia (1963) e Il bosco di acacie (1967) insieme formeranno La trilogia istriana. Segue la quadrilogia autobiografica: La quinta stagione (1965), L’albero dei sogni (1969, premio Viareggio), La città di Miriam (1972), Dove tornare (1974). L’estro dello scrittore si volge al filone storico, con La miglior vita (1977, premio Strega; 1979, in tedesco, premio di Stato austriaco per la letteratura europea), La finzione di Maria (1981), Quando dio uscì di chiesa (1987), L’ereditiera veneziana (1989). Nel 1984, con Il male viene dal Nord, l’Università di Trieste conferisce a Tomizza la laurea honoris causa in lettere. Poi: Gli sposi di via Rossetti (1986, Selezione Campiello), I rapporti colpevoli (1993, premio Boccaccio), Dal luogo del sequestro (1996), Franziska (1997, premio Alassio), la silloge Nel chiaro della notte (1999). Postumi: La casa col mandorlo (2000), La visitatrice (2000) e Il sogno dalmata (2001).
L’archivio di Fulvio Tomizza è stato donato dalle Eredi dello scrittore alla Biblioteca cantonale di Lugano nel 2004.