Addio all’avv. Franco Felder, un impegno per il Ticino da Lugano fino a Berna
A 91 anni, in una giornata di mite solarità autunnale, molto consona al suo carattere, se n’è partito dalla sua Lugano l’avvocato Franco Felder. Con lui si chiude un lungo e luminoso capitolo di impegno, visti i molti campi in cui si è prodigato con alacrità, sempre con intelligenza, lungimiranza e soprattutto con brillantezza. Ha anticipato di gran lunga la dimensione moderna e anche un po’ sproporzionata con taluni interpreti, del “multitasking”. La sua professione, dove si è distinto, con uno studio che aveva storia e prestigio consolidati, era quella di avvocato: e qui si è svelato con tutte le notevoli risorse di cui madre natura l’ha dotato. A prima vista poteva dare l’aria di una certa nobiltà: sempre elegante, ben curato nel fisico, raffinato nei modi e con una classe che si coglieva al volo, Franco Felder si muoveva con una sensibilità e con un’attenzione ancora più marcati quando doveva occuparsi dei disagiati, degli affaticati dalla vita, degli sfortunati. Comprendeva, si chinava sui casi della vita, confortava, incoraggiava con la sua positività e il suo ottimismo, aiutava anche andando incontro alle condizioni non sempre floride di tutti quelli che bussavano alla sua porta. Aveva il dono non comune di sentirsi bene e di far star bene tutti, i benestanti e gli umili, i semplici. Parlava forbito, sorretto da una cultura non comune, ma sempre chiaro e “franco”, in coerenza con il suo nome. Nella schiettezza, manteneva il culto della dignità, del rispetto della persona, di chi la pensa diversamente, degli avversari e nel suo cammino di politico – e non solo – ne ha incontrati parecchi. Era impossibile non riconoscergli lo stile con il quale sempre si distingueva. Felder fa parte di un firmamento di personalità che sta perdendo stelle che hanno illuminato il cammino di crescita della comunità con la loro autorevolezza, con la generosa disponibilità, con lo spirito di chi ha la passione di andare verso nuove frontiere. Lo ha fatto forte della sua identità e della sua appartenenza che era la visione cristiana della vita e della società, con i valori per i quali si batteva, facendoli suoi e difendendoli con la forza delle idee.
In politica aveva cominciato dal Consiglio comunale di Lugano, di cui fu anche presidente, poi ha fatto il municipale per due legislature negli anni Ottanta, occupandosi di dossier come l’Ospedale e il Turismo; quindi è stato in Gran Consiglio per alcune legislature e qui ha portato il repertorio delle sue capacità e del suo pragmatismo. Studiava, si documentava, interveniva, arricchiva con le sue vedute.
Sono innumerevoli i campi nei quali si è mosso, con un occhio sempre allungato sui bisogni di una società che corre nel suo sviluppo ma spesso lascia indietro i poveri, volti e voci che per compostezza non chiedono. Sentiva il richiamo della solidarietà e la praticava. Fu tra i soci fondatori della Casa S. Elisabetta, nominato poi anche presidente onorario. Più volte fu sollecitato a candidarsi per il PPD al Parlamento federale: a Berna ci andò, ma non per continuare la politica ma per ricoprire la carica di presidente nazionale del Touring Club, di cui era stato in precedenza alla guida per il gruppo luganese e poi per la sezione ticinese.
Renato Gazzola, che a sua volta ha speso la vita nel TCS cantonale, conserva vividi ricordi dei suoi anni con Felder: “Fu per suo desiderio che negli anni Settanta presi le redini del Segretariato sezionale ed iniziò così quella nostra stretta collaborazione nel campo del TCS, che si è protratta per cinquant’anni. Ebbi modo di conoscerlo, di apprezzare la sua signorilità, la cortesia, la semplicità nei contatti e la grande competenza. Fu, inoltre, per me, non solo il mio diretto superiore, ma anche un maestro di vita. Attento osservatore della società, focalizzò la sua attività nel TCS nel rendere la mobilità pubblica e privata sempre più sicura e rispettosa dell’ambiente, con convergenze tra strada e ferrovia, dando un forte impulso alle grandi opere. L’avv. Felder fu un interlocutore ascoltato e stimato dalle massime istanze politiche federali”.
Per 11 anni, dal 1981 al 1992, Felder fu anche membro del Comitato della CORSI: e qui portò tutta la ricchezza della sua vasta cultura, la conoscenza del costume e delle tendenze di una società moderna sempre più veloce nel progresso e talvolta disorientata davanti alle strade da prendere. In virtù del suo aggiornamento continuo sull’evolvere dell’informazione e ancor più della comunicazione, nei suoi crescenti canali, Felder proponeva approcci e dritte che nascevano dalla sua esperienza ma che si richiamavano anche alla misura, al buon senso e all’inderogabilità del rispetto di tutti.
Il vescovo Pier Giacomo Grampa – che mercoledì 11 novembre 2020 al Famedio di Lugano celebrerà il funerale – sente forte il rammarico che per la pandemia non si possa tributare il dovuto riconoscimento a un poliedrico uomo della comunità come fu Franco Felder . Toccante il suo ricordo: “Non gli possiamo dire il dovuto grazie per quanto ha fatto e ha dato; per come ha onorato gli ideali nei quali ha creduto; per il sentimento dell’amicizia che ha coltivato; per la personalità di alto profilo dovunque si è espresso”.
Franco sapeva che era giunta la sua sera: ha affrontato il cammino del progressivo distacco con una serenità d’animo che è l’ultimo dono della sua esistenza.
Giuseppe Zois