Alice Moretti compie 100 anni, donna visionaria che da sempre lotta per una società più giusta
Un compleanno importante quello di quest’anno per Alice Moretti che compie 100 anni. Una donna che fin da giovane ha scelto di non restare nell’ombra, di lottare verso una società più giusta, una donna visionaria e consapevole dell’importanza di parità.
Chi è Alice Moretti?
La sua carriera inizia come insegnante nel 1940 nel pieno della Seconda guerra mondiale, anni sicuramente non indifferenti e i cui avvenimenti hanno mostrato il peggio del mondo, ma che fortunatamente ha visto anche personaggi come Moretti seminare luce intorno a se. Difatti, fu così impressionata dagli avvenimenti bellici che si annunciò al neo-costituito Servizio complementare femminile (SCF) e nel mese di settembre del 1940 partecipò a un corso d’istruzione al Castello di Trevano. Poi, nel 1943 ottenne la patente di maestra per le scuole secondarie e assunse delle supplenze per sostituire i maestri titolari mobilitati nell’esercito svizzero. Nel 1945 le fu assegnata una pluriclasse di Scuola maggiore a Morcote. Successivamente si trasferì nella Scuola maggiore di Viganello. Negli anni Sessanta passò alla Scuola professionale femminile del Comune di Lugano quale insegnante di storia, civica e italiano e vi rimase fino al 1981, quando scelse il pensionamento anticipato.
La carriera di Moretti, però, non fu quella di una donna che rimase cieca a ciò che accadeva intorno a se, sia a livello nazionale che internazionale, ma piuttosto la sua è sempre stata una visione aperta, cosciente e per alcuni versi considerata fin troppo “moderna”. Ma questo non frenò mai la sua consapevolezza del valore dell’essere donna nella società, infatti si impegnò per la parità civica e quella salariale fra donna e uomo: il suo fu un forte e trainante impegno civile, prima, politico, poi.
Già durante gli anni Quaranta del Novecento, con altre maestre, si attivò per ottenere la parità di stipendio nel corpo insegnante. Nel 1957, partecipò alla votazione di protesta organizzata dalle donne – ancora private dei diritti civici – in occasione della consultazione federale – riservata ai soli uomini – sull’obbligatorietà del servizio civile per uomini e donne. L’azione volle attirare l’attenzione sull’esclusione della donna dalla vita politica.
Può apparire come un momento lontano per il Ticino, quello del suffragio femminile, ma in realtà non è così perché viene accolto solo il 19 ottobre del 1969, dopo ben due bocciature (nel 1946 e poi ancora nel 1966); un lungo cammino e una lotta durata molti, troppi, anni. Nonostante i continui ostacoli, il traguardo è stato raggiunto ed è grazie alle pressioni da parte di associazioni femminili e di donne come Alice Moretti che il diritto di voto alle donne in Svizzera diventa una realtà.
Le prime elezioni cantonali a partecipazione anche femminile si tennero il 4 aprile 1971. Candidata sulla lista del Partito liberale-radicale per il Gran Consiglio, Alice Moretti, ormai cinquantenne, fu eletta con le amiche di partito Linda Brenni, Elsa Franconi-Poretti, Elda Marazzi, Dina Paltenghi-Gardosi, le colleghe del Partito popolare democratico: Dionigia Duchini, Ersilia Fossati, Rosita Genardini, Rosita Mattei e Ilda Rossi e la socialista Marili Terribilini-Fluck.
Durante quattro legislature – dal 1971 al 1987 – Alice Moretti si interessò a questioni riguardanti la scuola e la formazione professionale, il risanamento delle acque dei laghi, il turismo e a problematiche locali e regionali. Dal 1981, non essendo più attiva professionalmente, poté dedicare più tempo ai lavori commissionali. Nel 1983, fu candidata al Consiglio di Stato.
Alice Moretti da sempre in prima fila, per le donne, il partito, i progetti per la crescita civile e culturale del Ticino e le più importanti riforme legislative a livello federale. La politica cantonale non la distolse dal prestare attenzione anche al suo Comune – Melide – dove rappresentò i suoi concittadini in Consiglio comunale assumendo la presidenza per ben quattro volte.
L’impegno di Alice Moretti per i diritti della donna fu una lotta garbata e senza eccessi «perché il problema – disse in un intervento pubblico del 1975 – prima ancora che politico, è umano, di costume».
Dagli anni Novanta in poi, Alice Moretti lasciò progressivamente le sue numerose cariche, con signorilità e ironia: «Il faut abandonner les choses avant que les choses nous abandonnent» (Dobbiamo rinunciare alle cose, prima che le cose rinuncino a noi). Senza rimpianti, né privati né pubblici: «Ho avuto una vita intensa e felice».
Un compleanno centenario, che non può passare inosservato per una donna che ha fatto della sua vita un’occasione di lotta per equità e giustizia per tutti. I festeggiamenti sono avvenuti in forma privata a Paradiso, dove si trova la casa di riposo in cui attualmente risiede Moretti.
*Bibliografia: Associazione Archivi Riuniti delle Donne Ticino
MEA