Anche lo squallore può essere bello?

Dito medio femminileA volte sì. Anche il brutto può in certi casi possedere un certo fascino. Importante è che sia sincero, non artefatto o falso. Insomma, anche un certo squallore può essere espressivo, e avere perciò dei contenuti estetici. Anche le rughe di una persona vecchia possono a volte possedere un grande fascino. E quindi appartenere a una delle categorie dell’arte. Ce lo ha insegnato il cinema russo con certi suoi primi piani; ce lo ha spiegato Anna Magnani, facendoci capire d’aver vissuto un’intera vita per arrivare a ottenere quel suo indimenticabile viso.

Sta anche qui il nocciolo dell’estetica, oltre a quello di forma–funzione, che è pure etico. E nell’arte, a partire dall’Ottocento, ma soprattutto da inizio Novecento, di natura sempre più filosofica. Altrimenti come si spiegherebbero i baffi sulla Gioconda o una banana appiccicata a un muro. Poi, se qualcuno si accontenta di ciò… Ricordo quando alcuni decenni fa alla RSI c’era chi sosteneva e difendeva l’immagine d’antenna del famoso “uomo mascherato” con un «purché se ne parli…».

Certo, se il sottoscritto andasse in Piazza della Riforma e si calasse i pantaloni di fronte al palazzo del Municipio deponendovi un regalino… finirebbe per lo meno a Casvegno. Mentre la “merda in scatola” di uno che si chiamava Piero Manzoni, a più di cinquant’anni da quando la fece (!) viene ancor oggi commercializzata (e si tratta di circa 100 confezioni…!) a qualcosa come 100.000 dollari l’una. Per cui, anche sul documentario realizzato dalla RSI sulla Città Vecchia di Locarno, e andato in onda domenica scorsa in Storie su LA 1, non mi sembra vi sia molto da aggiungere… Se non che, nel mondo, i coglioni – soprattutto da quando qualcuno ha inventato la digitalizzazione – sono in costante, irrefrenabile, irreversibile aumento. Purtroppo.

Orio Galli

n/a