Anna Frank, sono passati 78 anni dall’inizio del suo diario

“Quanto sarebbero buoni gli uomini, se ogni sera prima di addormentarsi rievocassero gli avvenimenti della giornata e riflettessero a ciò che v’è stato di buono e di cattivo nella loro condotta”. Anna Frank

Era il 1942 l’anno in cui la dodicenne Anna Frank inizia a scrivere il suo “diario”, pensieri e impressioni che inconsapevolmente diventeranno una testimonianza per tutte le generazioni future di cosa significasse essere adolescenti, ebrei e vivere durante gli anni del nazismo.

Chi era Anna Frank?
Anna è nata nel 1929 a Francoforte sul Meno, proviene da una famiglia ebrea tedesca che, a causa del nazismo e le persecuzioni decide nel 1933 di rifugiarsi in Olanda. I genitori di Anna Frank le regalano un diario che lei considera «uno dei doni più belli ricevuti»; a partire dal giugno del 1942 fino all’agosto del 1944, Anna riempirà le pagine (in lingua olandese) raccontando le traversie proprie e della sua famiglia, con la quale viveva nascosta in un alloggio segreto di Amsterdam per sottrarsi alle persecuzioni naziste. Dopo essere stati scoperti, vengono trasportati nel campo di concentramento di Bergen-Belsen dove Anna e la sua famiglia vengono uccisi, l’unico a sopravvivere è il padre.

Il diario di Anna viene salvato dal saccheggio della Gestapo e pubblicato nel 1947 con il titolo Her Achterhuis (letteralmente, La retrocasa) e poi tradotto in diverse lingue; in Italia il libro apparve con il titolo Il diario di Anna Frank.

A seguito delle recenti notizie del mondo in merito alla lotta contro il razzismo, forse ancora una volta le pagine scritte da una giovane ragazza possono insegnarci ancora molto…

Da Il diario di Anna Frank:

«È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare.
Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità».

«Com’è meraviglioso che nessuno abbia bisogno di aspettare un solo attimo prima di iniziare a migliorare il mondo».

MEA

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