“Archi”, il nuovo numero è dedicato alla sostenibilità

Complessi residenziali e sostenibilità, il nuovo numero della rivista svizzera di architettura, ingegneria e urbanistica Archi, riflette sulle trasformazioni dell’architettura nell’era della sostenibilità, tra innovazioni, greenwashing e autentico impegno “verde”.

Di recente, gli imperativi della sostenibilità e del risparmio energetico sono riecheggiati con forza sempre maggiore nel mondo della costruzione. Di fronte a nuovi materiali e tecnologie che permettono di ridurre i consumi, i progettisti devono capire come integrarli nelle proprie opere, adattando a essi il proprio linguaggio architettonico o addirittura plasmandone uno nuovo. E talvolta, come scrive Alberto Bologna nel suo intervento, la «sostenibilità in architettura diventa a tratti una mera questione decorativa, legata all’immagine che un dato edificio vuole trasmettere»: ne deriva un’estetica “verde” diffusa in tutto il mondo, al punto che «il greening sta, senza dubbio, definendo il vero carattere dell’architettura dell’inizio del XXI secolo».

Il nuovo numero di Archi, curato da Frédéric Frank e Andrea Roscetti, dà conto di questi sviluppi prendendo in esame una tipologia particolare: il complesso residenziale, dove le istanze ecologiche incontrano la dimensione sociale, traducendosi in un abitare all’insegna di intergenerazionalità e condivisione. Andrea Roscetti ne presenta tre esempi: le case di ringhiera di Oxid Architektur a Bellinzona, gli edifici residenziali di Remo Leuzinger Architetto e Officina del paesaggio a Massagno e il Quartiere Adret a Lancy (Canton Ginevra) di TRIBU architecture.

A fianco dei progetti, saggi che si confrontano con il rapporto tra abitare e sostenibilità da molteplici punti di vista: se Bologna riflette sulle implicazioni per progettisti e studiosi di queste nuove tendenze, Frédéric Frank conversa invece con gli architetti Stefano Moor e Yves Schihin (dello studio Oxid Architektur) su potenzialità e limiti dell’architettura sostenibile e sui problemi posti dalla moltiplicazione delle certificazioni energetiche, oltre che sulle derive del greenwashing. Annalisa Viati Navone si interroga poi sulle possibili trasformazioni post-pandemia dell’architettura domestica, mentre Paola Tosolini presenta le ricerche del gruppo MADE della Haute école du paysage, ingénierie et architecture di Ginevra sull’edificio multifunzionale.

Il nuovo numero di Archi, rivista pubblicata da Espazium – Edizioni per la cultura della costruzione, è reperibile nelle librerie e su www.espazium.ch.

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