Arte vetraria: incontro-confronto tra Murano e Stati Uniti

Nell’arte contemporanea «fortunatamente non ci sono ancora frontiere e non si sa in quale campo cada il seme» dice Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini (Venezia), e il “seme” dell’arte vetraria muranese da oltre mezzo secolo ha trovato terreno fertile in terra americana, dando vita a un incontro-confronto che, nel campo della produzione e delle tecniche usate per lavorare il vetro, con spinte innovative e nuove direzioni di ricerca, ha dato frutti eccellenti. A testimoniarlo è la mostra Venezia e lo Studio Glass americano, curata da Tina Olknow e William Warmus, promossa dalla stessa Cini e da Pentagram Stiftung, all’isola di San Giorgio, a Venezia, dal 6 settembre 2020 al 10 gennaio 2021 (catalogo Skira).

L’esposizione, che riunisce 155 pezzi – tra vasi, sculture e installazioni in vetro – realizzati da 60 artisti americani e veneziani, è il diciottesimo capitolo del progetto Le stanze di vetro che da anni indaga sui diversi aspetti, momenti, tendenze dell’arte vetraria, con particolare attenzione sul ‘900 a Murano, dove il settore del vetro sta attraversando un momento difficile. Alla Cini c’è un Centro Studi sul vetro che ha un patrimonio di oltre 150mila documenti, tra foto, disegni, album, progetti ed altro provenienti da più archivi e gli archivi; a dirla con Barbero: «Sono sorgenti, non depositi, da cui far sgorgare nuova cultura». (Fonte ANSA).

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