ASPI per la Giornata internazionale dell’educazione non violenta

Ricorre oggi, giovedì 30 aprile, la Giornata internazionale dell’educazione non violenta. Per questa occasione la Fondazione della Svizzera italiana per l’Aiuto, il Sostegno e la Protezione dell’Infanzia (ASPI) ribadisce il diritto di ogni bambino ad essere protetto e ricorda che la punizione corporale è la forma di violenza contro i fanciulli più diffusa al mondo.

Il documento di riferimento per eccellenza di ASPI è la Convenzione internazionale sui diritti dei fanciulli, dove si afferma che tutte le punizioni corporali violano il diritto dei bambini al rispetto della loro dignità umana e della loro integrità fisica, nonché il diritto alla salute, allo sviluppo, all’istruzione e alla libertà dalla tortura e da altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti (art. 19). Per “punizione corporale”, come si legge sul sito dell’ASPI, si intende «qualsiasi punizione in cui la forza fisica è usata e destinata a causare un certo grado di dolore o disagio, per quanto leggero» (definizione del Comitato ONU per i diritti del fanciullo).

L’ASPI porta all’attenzione dei dati allarmanti: negli ultimi anni c’è stato sicuramente un aumento della consapevolezza in Svizzera per la problematica della violenza, ma ancora il 20% dei genitori non considera lo schiaffo come una violenza; il 30% non considera la sculacciata come violenza; il 12% non considera le botte come violenza. È storia molto recente (marzo 2020) quando ancora una volta il Consiglio federale si è rifiutato di dichiarare l’inammissibilità della violenza verso i bambini e di ancorarla nella legge (cfr. “Il Consiglio federale si rifiuta di sancire il diritto all’educazione non violenta: presa di posizione ASPI”), eppure gli Stati che hanno ratificato la Convenzione sui diritti del fanciullo e altri strumenti internazionali e regionali sui diritti umani hanno l’obbligo legale di proibire ed eliminare tutte le punizioni corporali indirizzate ai bambini in tutti gli ambienti, compresa la casa.

Sul sito dell’ASPI potrete trovare ulteriori informazioni in merito. È inoltre possibile contribuire alla causa firmando la petizione online.

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