Barometro scientifico svizzero: aumenta la fiducia negli scienziati
La popolazione svizzera confida nella scienza: desidera che gli scienziati partecipino alla discussione pubblica e ritiene che le decisioni politiche su come affrontare la pandemia dovrebbero basarsi su conoscenze scientifiche. È quanto emerge dall’edizione Covid-19 del “Barometro scientifico svizzero”, redatto dall’Istituto di scienze della comunicazione e di ricerca sui media dell’Università di Zurigo in collaborazione con l’Università di Münster. L’inchiesta speciale dedicata alla pandemia, realizzata nel novembre 2020, è stata finanziata delle Accademie delle scienze svizzere. La base metodologica è costituita da un sondaggio online rappresentativo della popolazione svizzera: sono state intervistate 1072 persone di età superiore ai 15 anni.
Aumenta la fiducia e l’interesse nella scienza
La fiducia della popolazione svizzera nella scienza e nella ricerca è aumentata durante la pandemia di coronavirus: il 67% dichiara di avere una fiducia «alta» o «molto alta» nella scienza. Nel 2019 e nel 2016, solo il 56 e rispettivamente il 57% era tanto fiducioso. Anche il grado di approvazione della promozione statale della scienza rimane elevato: se nel 2019 il 73% della popolazione la favoriva «fortemente» o «molto fortemente», alla fine del 2020 il 74% continua ad essere di quest’opinione. L’interesse generale per la scienza e la ricerca è aumentato: nel 2019 il 57% dichiarava di essere «fortemente» o «molto fortemente» interessato all’argomento. Attualmente la quota è del 60%. «Questa dimostrazione di fiducia nei confronti degli scienziati, impegnati a volte sette giorni su sette nel tentativo di contenere il Covid-19, mi rallegra», afferma Claudia Appenzeller, segretaria generale delle Accademie svizzere delle scienze.
Fiducia negli scienziati, meno per autorità, politici e giornalisti
In fatto di pandemia di coronavirus, la popolazione svizzera ha fiducia nelle dichiarazioni degli scienziati. Su una scala da 1 («nessuna fiducia») a 5 («fiducia molto alta»), medici e personale medico e scientifico ottengono, con punte di 4.1 e 3.9, risultati nettamente migliori rispetto ai rappresentanti delle autorità cantonali e degli Uffici federali (3.3), ai politici (2.7) e ai giornalisti (2.6). Il 77% della popolazione condivide «fortemente» o «molto fortemente» l’opinione che le conoscenze degli scienziati sono importanti per rallentare la diffusione del coronavirus in Svizzera. Di conseguenza, una larga maggioranza del 72% vorrebbe «fortemente» o «molto fortemente» che le decisioni politiche concernenti la pandemia si basassero su conoscenze scientifiche. «La fiducia e l’interesse per la scienza non solo sono costantemente elevati, ma sono addirittura aumentati in tempi di corona», afferma Mike S. Schäfer, professore all’Università di Zurigo e codirettore del “Barometro scientifico svizzero” e dell’edizione Covid-19. Il 63% della popolazione vuole che gli scienziati partecipino attivamente ai dibattiti politici sulla pandemia. «Tuttavia, vorrebbero che lo facessero con una sola voce: nonostante la maggioranza della popolazione consideri fondamentalmente utili le controversie scientifiche, allo stesso tempo il 65% ammette di essere turbato quando gli scienziati si contraddicono pubblicamente». In generale, la popolazione svizzera ha comprensione per le controversie in seno alla comunità scientifica e valuta positivamente la comunicazione proveniente dalla scienza. Oltre la metà degli intervistati (il 56%) ritiene – «fortemente» o «molto fortemente» – che le dispute tra gli scienziati siano utili poiché favoriscono il progresso della ricerca e l’affermarsi di risultati corretti. Solo il 32% pensa invece che gli scienziati non siano in grado di comunicare chiaramente sul coronavirus.
Punti di vista controversi: inesistenza del virus, decessi “gonfiati”, pandemia pianificata
I risultati dell’edizione Covid-19 del Barometro scientifico mettono anche in luce posizioni più critiche nei confronti della pandemia di coronavirus. Risulta infatti che il 27% degli intervistati ritiene («fortemente» o «molto fortemente») che la gravità della pandemia venga gonfiata. Il 21% crede che il numero dei decessi dovuti al coronavirus venga deliberatamente esagerato dalle autorità. Punti di vista più estremi sono meno frequenti ma esistono: il 16% è convinto che i potenti abbiano pianificato la pandemia di coronavirus, mentre il 9% dubita che esistano prove dell’esistenza del nuovo virus. «Anche se la maggioranza degli svizzeri non crede alle teorie cospiratorie concernenti la pandemia di coronavirus, vi è senz’altro un piccolo gruppo di persone che mette in dubbio le informazioni scientifiche sul coronavirus», spiega la professoressa Julia Metag dell’Università di Münster in Vestfalia, codirettrice del “Barometro scientifico svizzero” e dell’edizione Covid-19. «Gli scienziati devono tenerne conto nella loro comunicazione sulla pandemia».
Sentimenti contrastanti sulla copertura mediatica: dettagliata ma fastidiosa
Nel 2016 e nel 2019, televisione e Internet sono stati i luoghi in cui la popolazione svizzera è entrata più frequentemente in contatto con la scienza e la ricerca. Durante la pandemia, è soprattutto la televisione ad essere utilizzata quale fonte di informazione su questi temi, seguita dalle discussioni con parenti, conoscenti e amici, nonché da Internet. Queste sono le principali fonti di informazione e le situazioni in cui il tema Covid è spesso presente. Il barometro scientifico ha anche esaminato la reazione della popolazione svizzera alla copertura mediatica sul coronavirus. In generale, essa viene considerata «dettagliata», «informativa» e «comprensibile». Tuttavia, il 43% della popolazione la ritiene «fastidiosa» ed «esagerata».