Bellinzona-Claro: la scoperta di nuovi reperti
II Servizio archeologia dell’Ufficio dei beni culturali ha in corso una nuova indagine di terreno a Claro, in località Duno. I ritrovamenti confermano la rilevanza di Claro nel panorama regionale nel periodo compreso fra la preistoria e il pieno medioevo, importanza già emersa nelle prime ricerche dirette dagli archeologi Mattia Gillioz e Maruska Federici-Schenardi. Le presenze finora identificate di un luogo di culto megalitico, di un sito fortificato di età del Ferro all’imbocco dei passi alpini, di diversi terrazzi con aree di insediamento multiepocali, oltre alle necropoli, denotano l’importanza strategica ed economica della località.
La ricerca attuale – diretta da Gabriele Giozza della Società InSitu – sta riportando alla luce cinque fasi di occupazione, comprese tra l’età del Bronzo e l’epoca medievale. L’area interessata dall’indagine archeologica è situata lungo la via Internati 1939-1945, non lontano dal nucleo medievale di Claro, dove è ben visibile il Castello dei Magoria. Le ricerche di terreno sono in corso.
La fase più antica messa finora in luce sul sito è costituita da una serie di imponenti strutture circolari, buche di palo e focolari, accompagnati da una notevole quantità di reperti ceramici, globalmente databili all’età del Bronzo che segnalano la presenza di un abitato.
La successiva fase, ascrivibile all’età del Ferro, vede la costruzione di un grande terrazzamento sul quale sono in parte visibili i resti di un edificio, di cui si conservano parzialmente una densa massicciata di sottofondo e due pareti, costituite da una serie di pietre poste di piatto e di taglio, usate come sostegno per le travi in legno della struttura abitativa.
La terza occupazione reperita sul sito è marcata dalla presenza di due abitazioni con muri in pietra a secco, che in considerazione dei reperti rinvenuti, possono essere datati ad epoca tardoromana. Di questi edifici, uno (di forma rettangolare) è stato scavato interamente; l’altro (indagato solo parzialmente) è stato realizzato asportando in parte l’occupazione dell’età del Ferro e si presenta seminterrato. Appartenenti a questa fase segnaliamo alcuni frammenti di vasi in pietra ollare, una serie di chiodi da scarpa e una fibula zoomorfa.
Dopo l’abbandono e la demolizione di questi edifici l’area non viene più utilizzata per scopi abitativi, ma viene convertita a luogo di sepoltura. Sono infatti state rinvenute sei tombe di cui quattro in ottimo stato di conservazione, la cui tipologia è tipica dell’epoca altomedievale. Le tombe sono orientate est-ovest, i resti ossei non sono conservati, ad eccezione di alcuni piccoli frammenti rinvenuti in una sepoltura, che permettono di individuare la posizione del defunto, deposto con la testa a occidente. Nessun corredo accompagnava i defunti.
L’ultima fase prima dell’epoca recente vede la costruzione di un muro che separa l’area in due terrazzamenti, molto probabilmente usati per scopi agricoli; i reperti di questa fase sono attribuibili all’ epoca medievale.