Bologna, in mostra fotografie originali del cinema Pop italiano anni ’60 – ‘70

Apre oggi al pubblico la mostra CULTISSIMI – MITISSIMI – BELLISSIMI a Spazio Immagini a Bologna, dove una serie di immagini di scene del cinema Pop italiano degli anni ’60-’70 vengono esposte per permettere al pubblico di focalizzarsi sulla qualità della fotografia di scena e di alcuni autori, tra i quali: Divo Cavicchioli, Antonio Casolini, Mario Mazzoni e altri, attivi in questo ambito con film esemplari del cinema di genere e della commedia italiana degli anni ’60 -’70. La rassegna è a cura di Matteo Giacomelli.

Un gioioso inno alla vita in costumi d’epoca emerge dalle fotografie dei film del filone Boccaccesco, inaugurato da Pasolini con il Decameron. Si tratta del Decameroticus, o delle Sollazzevoli Storie di Mogli Gaudenti e Mariti Penitenti e ancora del Metti lo Diavolo Tuo ne lo Mio Inferno tutti e tre film del 1972, dove la commedia storica viene letta secondo un clichè scollacciato e grottesco. Gli anni ’70 superano così felicemente l’etichetta di Anni di Piombo rivendicando l’appartenenza a un’era di gambe lunghissime e di seni gioiosamente esibiti.
Le bellissime Laura Antonelli, Il Merlo Maschio – 1971, Edwige Fenech, La Pretora – 1976, Gloria Guida, L’Affittacamere– 1976 e Sydne Rome, La Sculacciata -1974 vengono immortalate dall’obbiettivo dei fotografi di scena  sui set della  Commedia Sexy all’italiana, contribuendo  con queste immagini a costruirne il mito.
L’altrove, come dimensione del desiderio finalmente raggiungibile, fa fiorire un filone di cinema  esotico come nelle Seychelles di Laura Gemser in Free Love -1974, o nei Caraibi di Nadia Cassini ne Il dio Serpente -1974. Proprio in questo film, la fotografia mostra luoghi paradisiaci abitati da forze animistiche, come nella foto di scena a colori evanescente in cui il corpo della Cassini si fonde con la sabbia marina.
Nel ’68 la politica entra prepotentemente in scena come nei film Sai cosa faceva Stalin alle donne? – 1968 e Italiani! È severamente proibito servirsi della toilette durante le fermate – 1969, giocati tra nostalgie resistenziali, crisi del comunismo e consumi indotti dalla nuova industria culturale.

Un caso a sé, resta il film Blue Movie -1978, di Alberto Cavallone affrontato attraverso le immagini del corpo-merce dove la fotografia di scena a colori immortala lattine di bibite emblema del consumismo. Il film drammatico, Blue Nude del 1977, offre al regista Scattini lo spunto per indagare gli ambienti e i volti del cinema a luci rosse americano mentre il film, Il Mulino delle donne di Pietra, del 1960 costituisce un esempio felice di creatività di genere come primo film horror- fantastico italiano a colori. Questo Mondo Proibito -1960, invece, documentario-inchiesta firmato da Salvatore Quasimodo e Alba De Céspedes, risente dell’eco dei Mondo-Movie di Jacopetti e Prosperi e la lettura colta di alcuni aspetti della vita sessuale moderna filmati in presa diretta viene restituita da una fotografia di scena consapevole del reportage fotogiornalistico d’assalto.

La fotografia di scena ci restituisce i caratteri peculiari degli interni dell’epoca spesso a colori e risulta essa stessa opera d’arte, che ha  fissato sulla carta baritata una certa società italiana ormai lontana e forse perduta. Si tratta di fotografie dove gli interni strizzano l’occhio agli oggetti e alle mode del design italiano che in questi anni conquisterà il mondo. Qui l’esuberanza di corpi ancoranature ci viene restituita se non come libertà assoluta almeno come grazia in deshabillé. Questi fotografi di scena lavorando sia nel cinema impegnato ma anche per quello Pop, hanno fissato in immagini di grande valore un cinema semplice all’apparenza ma che a una più attenta analisi risulta muoversi tra invenzione di generi e sperimentazione di linguaggio senza soluzione di continuità.

INFORMAZIONI E ORARI
La mostra è in programma dal 3 settembre al 17 ottobre 2020.
Orari: dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19.00. Si consiglia di fissare un appuntamento. È consentito l’ingresso in galleria a una persona per volta munita di mascherina.

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