Brexit: la frontiera invisibile

È così che vivremo, spegnendo la madida fiamma della grappa con l’acqua morta della brocca (Brodskij)

Karen Ward, Chief Market Strategist per l’area EMEA di JP Morgan Asset Management, commenta cosa significa l’affare Brexit nel Regno Unito per i mercati e gli investitori di tutto il mondo.

Vi sono stati progressi significativi nei negoziati sulla Brexit nelle ultime 48 ore, spiega. Un accordo è stato concordato tra il Regno Unito e l’Unione Europea (UE). Tuttavia, Dominic Raab, il Segretario di Stato per l’uscita dall’UE si è appena dimesso, il che creerà preoccupazioni quando l’accordo raggiungerà il Parlamento. J.P. Morgan Asset Management continua tuttavia a credere che nessun politico del Regno Unito possa ottenere un accordo migliore, semplicemente perché non esiste altra soluzione per il problema del confine irlandese. In sostanza ci si attende che il Primo Ministro concluda i negoziati e che l’accordo passi attraverso il Parlamento entro fine anno. È probabile che ci sia un’altra tornata di incontri a Bruxelles per il 25 novembre, dopodiché il disegno di legge dovrà essere presentato al parlamento britannico. Questo è il motivo per cui gli investitori restano preoccupati. Il governo farà una dichiarazione alle Camere, dicendo che è stato raggiunto l’accordo, quindi presenterà una mozione alla Camera dei Comuni e programmerà il momento per una discussione e un voto. Questo potrebbe avvenire un minimo di cinque giorni dopo la presentazione della dichiarazione.

Potrebbe non essere sottoscritto tout court la prima volta. Potrebbero essere necessari alcuni emendamenti per calmare gli scontenti (come le specifiche sull’idea di una soluzione tecnologica sul confine irlandese e come si potrebbe modificare l’accordo in futuro). Quindi ci possono essere ancora passi avanti e indietro, come specificazioni ulteriori e dettagli aggiunti per soddisfare tutte le esigenze. Questo processo potrebbe comunque generare una notevole volatilità nel mercato. È tuttavia importante ricordare che, anche se i membri del partito conservatore non “gradiscono” l’accordo, votare contro il primo ministro solleva il rischio di uno stallo politico che può essere risolto solo attraverso un altro referendum sulla Brexit (con l’opzione di rimanere nell’UE) o un’elezione generale. Ciò rappresenterebbe un rischio significativo. Per questo si ritiene che il disegno di legge sarà approvato molto probabilmente nella prima settimana di dicembre. Tutti e 27 gli altri stati membri dell’UE devono anche approvare la legislazione (da qui la necessità di concludere l’accordo ben prima del 29 marzo), ma vi sono motivi limitati di preoccupazione per il processo di ratifica. Il Regno Unito lascia formalmente l’UE il 29 marzo, ma durante il periodo di transizione (fino a dicembre 2020 o oltre) non cambia nulla. Il periodo di transizione è stato progettato per consentire alle aziende di adattarsi alla nuova relazione. I negoziatori continueranno a lavorare durante il periodo di transizione su tutti gli aspetti della partnership finale con l’ambizione di definire tutti i dettagli sei mesi prima del termine del periodo di transizione.

L’accordo, commenta Karen Ward, si articola in tre parti: il disegno di legge sul divorzio, un periodo di transizione verso dicembre 2020 (o forse oltre) in cui nulla cambia, quindi le imprese hanno il tempo di adattarsi e i termini sulle future relazioni economiche a lungo termine tra il Regno Unito e l’UE.

Il punto cruciale è stato il modo di gestire la volontà del Regno Unito di non avere confini con l’Irlanda né un confine nel Mare d’Irlanda, ma allo stesso tempo separarsi dal mercato unico europeo e dall’unione doganale per consentirgli di stabilire proprie regole e accordi commerciali.

Il fatto è che non esiste una soluzione alla questione dei confini irlandesi, tranne che la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord rimangano nell’accordo doganale per le merci. Questa è la volontà dichiarata per la relazione finale. Data la priorità nel parlamento del Regno Unito di mantenere l’unione tra Gran Bretagna e Irlanda del Nord e rispettare il processo di pace irlandese, ci siamo sempre aspettati una soluzione simile. La volontà – e il compromesso con alcuni membri del partito conservatore – è che il Regno Unito persegua una soluzione tecnologica che, in futuro, consenta un invisibile confine irlandese aprendo alcune possibilità per il Regno Unito di stabilire altre relazioni commerciali. Da quanto si desume dal testo, i servizi finanziari del Regno Unito saranno in grado di continuare a interagine nell’UE più o meno come oggi, in un quadro di equivalenza. È importante sottolineare come questi diritti non possano essere rimossi in modo brusco o arbitrario.

Esiste infine una “soluzione di sostegno” che entrerebbe in vigore alla fine del periodo di transizione nel dicembre 2020 se non sarà possibile raggiungere un ampio accordo commerciale che comprenda l’unione doganale. Questo implica alcune disposizioni speciali per l’Irlanda del Nord. Theresa May dovrà però rassicurare che questa è una possibilità del tutto remota per ottenere sostegno.

Quale impatto sui mercati?

Mentre le vicende politiche sono suscettibili di generare molta volatilità nei prossimi giorni, la sterlina potrebbe invece riprendersi. Ciò potrebbe influire negativamente sull’FTSE 100 data l’elevata percentuale di utili FTSE che vengono rimpatriati. Per l’anno prossimo, J.P. Morgan AM prevede che gli investimenti delle imprese registreranno un rally, mentre una sterlina più apprezzata spegnerà l’inflazione, alzando i salari reali e accelerando anche i consumi privati. Dato che la Banca d’Inghilterra (BoE) ritiene che l’economia sia già a pieno regime, pensiamo che essa possa aumentare i tassi di interesse a un ritmo più veloce di quello che il mercato attualmente si aspetta (almeno due aumenti di 25 punti base l’anno prossimo). Quando la BoE confermerà questo atteggiamento più aggressivo, anche la sterlina si rafforzerà ulteriormente.

Corrado Bianchi Porro

n/a