Chiassoletteraria, le parole che salveranno il Mondo

Enrico Testa e Fabio Pusterla.

Ormai lo abbiamo capito Il Mondo Nuovo si può declinare in molte maniere, anche quello della poesia che offre sempre orizzonti diversi al nostro sguardo, così Enrico Testa, pure nella versione di critico, interrogato da Fabio Pusterla all’inizio del pomeriggio di oggi, apre ad una riflessione che, se misura la distanza dai grandi maestri della lirica novecentesca, non rinuncia ad un continuo dialogo con il passato rivissuto e commentato alla luce del presente. Inoltre, afferma che, di fronte alla babele di linguaggi specialistici e settoriali, tali da rendere difficile la comunicazione, è la poesia ad offrire oggi una lingua franca, quella dei sentimenti comuni a tutti, quella che unisce il “prima” e il “dopo”, vivi e morti.

E poi ecco arrivare Julián Fuks per presentare insieme a Prisca Agustoni, in anteprima, la recente traduzione italiana del suo primo romanzo Malgrado tutto, in cui è ripercorsa, con un linguaggio nitido e sincero, la vicenda dell’adozione del fratello che, anni prima, proprio lui gli aveva chiesto di raccontare. Più che narrare, sembra che analizzi una problematica di natura famigliare che però coinvolge anche la politica e la storia. Al centro, per l’autore, c’è anche la questione di dover affrontare l’ambigua relazione tra realtà e finzione, quella finzione a cui si finisce per approdare nel momento in cui si cerca di utilizzare parole per rappresentare un vissuto. Accadde nel 1976, i suoi genitori adottarono un bambino con il quale fuggirono dall’Argentina per arrivare in Brasile dove nacquero gli altri figli. Fuks ha compiuto ricerche nel paese di origine dei genitori, mettendo in questione la sua stessa appartenenza, senza contare le ombre esistenti in quel paese sull’adozione e la sottrazione di bambini ai genitori naturali.

Ermanno Cavazzoni.

È sempre un piacere ascoltare Ermanno Cavazzoni (la platea qui ha dovuto dividersi nella scelta di seguire il contemporaneo incontro con Elisa Shua Dusapin e Alexandre Hmine per la “Giovane letteratura svizzera”), scrittore e critico, con il suo ironico understatement che, intervistato da Alessandro Zanoli, ha divagato tra la lingua usata dal gruppo emiliano, bassa, colloquiale, comunicativa, adatta al comico e Fellini (dal suo Poema dei lunatici è stato tratto il film La voce della Luna). Si è soffermato anche sulla collana da lui creata per Quodlibet, “Compagnia Extra” che permette di ri-scoprire classici. Fino ad arrivare alla Galassia dei dementi, fantascienza a modo suo, un divertimento con robot e androidi che ormai dominano la terra e volti ai piaceri sessuali ma con qualche difficoltà “tecnica”. Il corposo racconto è sviluppato, come un poema cavalleresco, in un intrecciarsi di avventure, di filoni narrativi percorsi da una vena anche parodistica.

Si cambia genere con Monica Kristensen, scrittrice, fisica, meteorologa, glaciologa norvegese che, anche qui in anteprima, ha portato la sua recente pubblicazione in italiano, L’ultimo viaggio di Amundsen, una vicenda che è diventata lo scenario di un dramma globale che ha coinvolto numerose nazioni, strategie politiche, competizioni personali. A confronto, in particolare, emergono i caratteri diversi di Nobile e di Amundsen. L’autrice ne svela i retroscena, cerca di dare spiegazioni alle azioni e alle imprese che, una serie di circostanze e anche errori, hanno portato ad uno sfortunato epilogo. Ad una catastrofe che si è trasformata in epica.

Tirando le somme, il filo comune che percorre il pensiero degli ospiti di questa edizione, a fronte del pessimismo che circonda il presente, si può individuare in una grande fiducia nella parola, nelle sue possibilità positive di reazione e ribellione, di creare davvero un “Mondo Nuovo”. E non poteva essere diversamente, visto che gli invitati vivono di questo (e non parliamo certo di sostentamento materiale).

La rassegna è stata seguita da un pubblico sempre numeroso, attento, coinvolto e partecipe.

Manuela Camponovo

n/a