Corpo creativo e corpo spirituale

“Schizzi del corpo umano in movimento”, Teatro San Materno, Ascona, 6 ottobre 2019.

Nel tardo pomeriggio di ieri sarà apparso insolito vedere diverse persone uscire con aria soddisfatta dal Teatro San Materno di Ascona con un rotolo di carta sottobraccio. Erano i fortunati che hanno potuto assistere a “Schizzi del corpo umano in movimento” che si sono infatti portati a casa delle memorabilia d’autore, frammenti (o feticci) concreti di un dialogo artistico fra grafica e movimento, obiettivo della performance dell’artista visiva statunitense Lara Hanson in scena con due danzatori, la francese Lucie Lataste e il romando Pierre-Yves Diacon. Lo spettacolo era il frutto di due settimane di residenza teatrale che hanno permesso di tessere una trama di relazioni, di intese tematiche fra gli artisti in un incontro creativo affascinante.

A ben vedere il dialogo fra le arti è anche la linfa che alimenta da tempo le scelte tematiche della direzione artistica della Arnaboldi, illuminate quest’anno dalle luci del Bauhaus, in coincidenza con il centenario della nascita di quella importante scuola di architettura, arte e design che non ha solo contrassegnato un periodo storico, quello della Repubblica di Weimar.

Una lezione che ha anche lasciato un’eredità, una scia stilistica che è riuscita a influenzare il mondo dell’arte e della creazione a più livelli.

Lara Hansen, conosciuta per i suoi disegni calligrafici e per le sue numerose collaborazioni con compagnie di danza contemporanea, per l’occasione ha occupato la platea incorniciata da una fila di sedie srotolando man mano grandi rotoli di carta da disegno sui quali ha tracciato i suoi “schizzi” usando gessi colorati, grafite e pennelli da inchiostro.

Con laccompagnamentodi tappeti musicali registrati e con i suoni contemporanei del sax di Nathan Hansen, la conversazione silenziosa fra sguardi e movimenti degli artisti ha sviluppato un’intensa energia comunicativa attorno a un nucleo centrale costituito dal principio della spirale e del suo centro. Un’anima concettuale dalla quale nascono segni e gesti.

Ma anche un punto immaginario, simbolico e esoterico che appartiene a tutti e che possiamo individuare anche nell’attività di ogni giorno lungo percorsi anche fra i più abituali, dove si sommano linee spezzate, segmenti e cerchi con l’attraversamento di spazi colorati e territori sonori in una dimensione spirituale.

Al termine della performance, sudore e soddisfazione hanno trasformato lo spazio creativo in un happening dove tutti potevano raggiungere l’artista, farsi firmare una porzione di “schizzo” e portarsela a casa.

Un insolito epilogo che ha trasformato il tempio della “danzatrice sacra” in un’ideale bottega artigianale.

A Charlotte Bara sarebbe piaciuta.

Giorgio Thoeni

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