Da Praga – Nuvole grigie in cielo e sull’economia

Dopo lunghe giornate “estive” trascorse in casa e ad invidiare qualunque forma di vita che potesse stare sotto il sole caldo di un cielo azzurro senza nuvole, al cadere delle misure restrittive sulla mobilità personale il cielo si è tinto di grigio: e quando c’è il sole, è un via-vai di nuvole. Sono giorni che a Praga – Praga libera – dopo la fine del lockdown pochi si godono un lento ritorno alla cosiddetta normalità.

Purtroppo, sotto le nuvole e non sotto i raggi del sole. Nel frattempo, lo zoo ha riaperto (i biglietti sono vendibili solo online per evitare lunghe code agli sportelli) e la gratuità delle zone di parcheggio centrali è conclusa. L’ora di fare i conti con le nuvole nere che stazionano sull’economia ceca è arrivata: nel 2020 questa potrebbe vedere una contrazione del PIL del 6.2 per cento; la media europea è stimata a 7.4% rispetto all’anno scorso (fonte: La Pagina).

Il Ministero del Lavoro ha attestato un mezzo punto percentuale d’incremento della disoccupazione, in febbraio al tre per cento su scala nazionale. Relativamente bassa sin dall’inizio della crisi, questa – per il momento – è destinata ad aumentare, ma senza creare scenari apocalittici all’americana. Secondariamente, il debito pubblico salirà entro il 2021 da poco più del trenta per cento (2019) al quaranta per cento.

Un debito relativamente basso, cosa che è servita nel periodo di emergenza. Questo a dimostrare che il governo di Praga, non spendaccione in passato, nel momento del bisogno ha avuto le risorse di cui necessitava, senza devastare l’economia. Altri colleghi europei invece si sono lanciati per anni in considerevoli sperperi e mancette elettorali di ogni tipo: non stupisce che non abbiano potuto aumentare la spesa pubblica senza recare danni consistenti alle casse dello Stato.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

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