Da Praga – Supermercati: l’impresa di fare la spesa (per un anziano)
I supermercati sono ancora pieni: non c’è stata la ressa per “sfondare” le vetrine di BILLA o Tesco, come accaduto in altri paesi del continente. Certo, rispetto all’Europa dell’Ovest la Repubblica Ceca è stata meno toccata dal Covid-19: la quarantena imposta a partire dal 12 marzo scorso – e prolungata recentemente – sembra aver dato i suoi frutti. In altri termini, le autorità non hanno perso tempo e hanno operato uno shutdown prematuro delle attività: il caso italiano ha fatto scuola. E i cechi hanno imparato.
Al supermercato pane, pizzette, panini e baguette devono essere imbustati nella plastica trasparente. Fino ad un mese fa, le colonne di donut à-la-Homer Simpson erano esposti al respiro dei passanti. In Repubblica Ceca l’assalto ai forni non c’è stato: il pane si trova; non è (più) merce rara (lo era sotto il Comunismo). Alcuni “buchi” negli scaffali della pasta o del riso ci sono anche a Praga: è normale per gli alimenti a medio-lunga conservazione.
Agli anziani – dai settant’anni in più – il governo ha chiesto di non uscire sin dall’inizio dei primi casi di virus in Cechia. I più agés che s’incontrano al supermercato fanno un semplice ed innocuo spesino; protetti dall’immancabile mascherina e dalle “coccole” a distanza dei commessi empatici (in molte catene di supermarket, questi, destinatari di bonus straordinari) che tentano in qualche modo di aiutarli nel trasporto della merce alla cassa.
Fanno quasi un po’ di compassione gli anziani che debbono recarsi più volte al supermercato, visto che non possono fare lo “spesone” che peserebbe troppo nel tragitto verso casa. Al supermercato, gli anziani sono gli unici che in questo periodo di pandemia usano ancora massicciamente i contanti; ricevuti dai commessi che, per ordine della casa madre, indossano guanti trasparenti in lattice.
Amedeo Gasparini