Dacia Maraini fa il pieno al LAC nella terza serata di PiazzaParola
Dopo la panoramica generale e multidisciplinare e dopo la lettura, il terzo appuntamento di PiazzaParola (la cronaca delle prime due serate la trovate nel “Magazine”, per gli abbonati, in uscita domani) era dedicato al tema della scrittura delle donne, ed è stato intercettato da una folla, soprattutto femminile come quasi sempre durante la rassegna, difficile da contenere sulle sedie a disposizione nell’atrio del LAC… anche per le scale, in piedi, su sedili di fortuna. Cosa è successo? Il nome dell’ospite, abbastanza di casa dalle nostre parti, la più nota scrittrice italiana, Dacia Maraini, accolta anche dall’applauso. Molto amata, evidentemente e circondata da un leggero fanatismo. Una coincidenza particolare, l’anniversario, venticinque anni, di Cercando Emma. Ma, il moderatore della serata, Paolo di Paolo, è partito dall’incontro giovanile con il personaggio di Flaubert.
Insomma, abbiamo ascoltato diverse interpretazioni. Ma l’autore l’amava o l’odiava? In fondo la tratta malissimo. Maraini si allinea sulla versione dell’ambivalenza, della contraddizione. Perché Flaubert assolve l’adulterio, era uomo e uomo del suo tempo, ma condanna l’adultera, quell’adultera, la sua mancanza di sincerità, il suo essere velleitaria e sognatrice, l’atteggiarsi e il recitare, i gusti letterari e l’attrazione per l’esotismo: proietta in lei quella parte che detestava in se stesso, cerca di prenderne le distanze. E le attribuisce ben tre giorni di agonia, una morte atroce. Dacia Maraini lettrice dichiara di essersi lasciata maggiormente intenerire dalla figura del marito che, nonostante tutto e a differenza di Emma, sa amare. Poi il discorso si è sviluppato sulla scrittura di donne che pure è esistita, anche numerosa, nei conventi ad esempio, ma è sempre stata emarginata, censurata, esclusa dalle antologie per una misoginia corrente, per cui ancora oggi viene accentuato il fatto che una donna abbia successo come scrittrice. E poi l’eterna questione: c’è differenza tra la scrittura femminile e quella maschile? Non per lo stile, che è qualcosa di molto personale, semmai per il punto di vista che dipende da secoli di educazione e da esperienze differenti. E perché le donne leggono più degli uomini? Per recuperare un passato che ha spesso negato loro questa possibilità. Sono le opinioni di Dacia Maraini. Peccato che questi incontri non prevedano spazi di dibattito con il pubblico. Perché anche le donne non la pensano tutte allo stesso modo.
Nella seconda parte, alla ribalta è salita Sandra Petrignani che, lasciando da parte Madame Bovary, ha parlato, da scrittrice a scrittrice, di Natalia Ginzburg alla quale ha dedicato una biografia che ha raggiunto l’undicesima edizione. Come è nata la decisione di questo libro nel centenario e al quale nessun altro pensava? Perché La Corsara, quel titolo così pasoliniano? Lo era prima di lui per la militanza, le posizioni radicali e conflittuali. Si è messo l’accento sulla sua vita, l’impegno anche politico, i rapporti con il marito, perduto presto e di cui ha voluto sempre conservare il cognome, entrata quasi come diritto di successione in Einaudi, di cui divenne un fulcro, donna di potere; i rapporti con Cesare Pavese… E la sua modernità, in quel cogliere della realtà solo frammenti per narrare un mondo ormai impossibile da restituire nella sua interezza. Un bel ritratto di una delle autrici più importanti, complesse e anche versatili, della letteratura italiana contemporanea.
Peccato che le persone oltre a sedersi sulle scale non le salgano per andare a visitare l’esposizione informativa a cura degli Archivi Riuniti delle Donne Ticino: dal loro nutrito censimento, hanno estratto dieci figure che, in ambiti diversi, sociali, professionali, artistici, hanno contribuito a promuovere l’emancipazione, la condizione e il benessere femminili, hanno segnato la cultura e l’evoluzione del territorio. Pannello dopo pannello, sono narrati la storia biografica e l’impegno di Alina Borioli, maestra di valle, pedagoga, conservatrice della memoria alpina; Erminia Macerati con il suo famoso manuale di economia domestica; la nobildonna risorgimentale Giuseppina Negroni Stampa, benefattrice, noto il suo carteggio con Giuseppe Verdi; la giornalista Iva Cantoreggi che si è battuta come altre per i diritti della donna; Irene Marcionetti, maestra, poeta, scrittrice, amica di Sibilla Aleramo; Anita Calgari che si occupò per il Giornale del Popolo della “Pagina della donna e della casa”; Lisa Cleis-Vela con i suoi arazzi rustici, diventati una preziosità etnografica; Anna Fischer-Dückelmann, pioniera (come donna) della medicina; Elena Hoppeler-Bonzanigo, pittrice, scrittrice, suffragetta; Anna Gnesa, scrittrice, fotografa, testimone… Domenica, ore 10, è prevista una visita guidata. Non perdetevela.
Il programma continua domani, sabato 27 alle 11.00, con Noëmi Lerch, autrice del romanzo uscito per Capelli Editore “La contadina” accompagnata con il violoncello di Sara Käser. Alle 16.00 sarà la volta di Nöelle Revaz moderata da Anna Pianezzola di Rete Due e alle 17.30 l’appuntamento è invece con due grandi editrici italiane: Emilia Lodigiani di Iperborea e Daniela di Sora di Voland. Seguirà la proiezione del film documentario di Luca Scarzella e Simonetta Fiori sulla grande signora dell’editoria italiana recentemente scomparsa Inge Feltrinelli. Per la giornata conclusiva vi rimandiamo al link sul sito ufficiale: www.luganolac.ch.
Manuela Camponovo