“Dal punto di vista creativo il LAC per noi è piccolo”

Laura Quadri

Questa mattina a Lugano c’è stata la conferenza stampa dello spettacolo “Donka – A letter to Checkhov”, occasione che Daniele Finzi Pasca non si è lasciato sfuggire per tornare un attimo sulla questione aperta con il LAC.

“Bisognerebbe rappresentare la vita non quale essa è e non quale dovrebbe essere ma così come appare nei sogni”. È questo il principio che guida tutta la composizione di “Donka – A letter to Checkhov”, per la prima volta presentato al pubblico ticinese, dopo il suo successo mondiale, come ha spiegato questa mattina in conferenza stampa Daniele Finzi Pasca, direttore dell’omonima compagnia , che ha voluto dapprima concentrarsi sul lancio di questo spettacolo, sulle difficoltà nel crearlo e riadattarlo, ma anche sui casi fortuiti che lo hanno permesso, non da ultimo la collaborazione con gli artigiani locali. Creato tra il 2009 e il 2010, lo spettacolo è stato presentato per 5 anni, per un totale di 301 rappresentazioni, oltre 188’000 spettatori in 62 città di 25 Paesi diversi, con una prima di grandissimo successo al Mossovet Theatre di Mosca, tempio sacro del teatro russo.

In origine, la rappresentazione era nata come un omaggio a Checkhov, nel 150esimo anniversario della sua nascita a Mosca. “Abbiamo avuto la fortuna – racconta Finzi Pasca – di visitare i luoghi di Checkhov. In un mondo dove tu vedi gente che deve fare di tutto pur di non perdere tempo, Checkhov faceva tutt’altro con ritmi ben diversi: era un pescatore. Nella sua casa-museo ancora oggi è conservato un sonaglio, che i pescatori di quella zona usavano apporre alla canna da pesca. Ti ricorda che c’è un pesce che abbocca. Allo stesso modo i pensatori si pongono così davanti all’infinito, per “acchiappare un’idea” e Checkhov ne acchiappò alcune che rivoluzionarono il teatro contemporaneo. Di lui e della Russia ci siamo innamorati. Anch’io come regista, a mia volta affascinato da questa immagine, pesco nel baule della fantasia circense per dar vita a un poema visivo fatto di oggetti e corpi sospesi; per questo lo spettacolo si chiama proprio “Donka” ovvero “sonaglio”. Lo spettacolo tradotto in ben 7 lingue diverse per l’occasione luganese è diventato più bello “ha una nuova aria e abbiamo deciso di aggiungere tutti i membri della compagnia”.

“Donka” andrà in replica al LAC dal 9 al 16 ottobre. Le prevendite si trovano sul sito: www.luganolac.ch

A fine conferenza stampa, Finzi Pasca ha avuto anche modo di esprimersi sulla situazione difficile che sta attualmente vivendo la Compagnia, in cerca di un luogo che le possa dare una residenza stabile: “Vorrei evitare di entrare nel merito”, ha esordito il regista, “perché è tanto difficile parlare di quanto ti succede quando ti trovi in una situazione simile. La Compagnia ha da sempre alcune fragilità che l’accompagnano, a partire dalla perdita di Julie, che meglio di nessun altro sapeva concretizzare i nostri sogni. Come Compagnia avvertiamo  il bisogno di un luogo in cui sentirci a casa che ci possa aiutare a reagire nel modo giusto e ci dia, soprattutto, la quiete”.

Ha poi continuato “la verità è che per tutti gli artisti che hanno delle necessità bisognerebbe pensare a degli spazi appositi. Da sempre ci siamo impegnati in questo senso. Per noi il LAC dal punto di vista creativo – magari è un azzardo dirlo –  è piccolo. Vorremmo poter avere più sicurezze. Bisogna creare anche più dialogo, condivisione, tra gli artisti che vi ruotano attorno; un circolo virtuoso. Crediamo, insomma, che lo si possa far funzionare diversamente. Per noi è importante trovare un luogo dove la Compagnia non imploda. Ma se siamo una struttura che può generare di più, come mai non lo facciamo? Per farlo ci vuole un’ottimizzazione dello spazio e del tempo. Bisogna imparare ad usare lo spazio in modo razionale all’interno del LAC”.

E sulle proposte appena avanzate dal mondo politico?

“Massagno non può essere per noi, va dato a Compagnie più giovani. La soluzione dunque? Anzitutto sedersi attorno ad un tavolo e discutere assieme come cambiare le regole. Anche se ce ne dovessimo andare è comunque un processo reversibile: siamo molto affezionati a Lugano. In fin dei conti, anche questa crisi è stata un bene, se può portare ad un miglioramento. Marco Solari diceva che il Ticino è terra d’artisti: allora avanti, facciamo che sia facile esserlo”.

E per il futuro immediato?

“A gennaio per la Feria de Leon che si terrà in Messico, la Compagnia sta costruendo “Abrazos”, che si concentrerà in un mese di repliche (75 repliche per 6000 spettatori). Il team creativo di Finzi Pasca composto da molti membri della Compagnia sta inoltre lavorando alla regia, alla scenografia, alle musiche, ai costumi, alle luci e alle proiezioni video per la Fête de Vigneron, che si terrà dal 18 luglio all’11 agosto a Vevey. Un progetto unico nel suo genere – riconosciuto dall’Unesco e iscritto quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità – che si ripete ogni quarto di secolo e che attira oltre 400’000 spettatori”.

n/a