Debutta a Locarno lo spettacolo “SuperSocrates” produzione di Cambusa Teatro

DEBUTTO NUOVA PRODUZIONE
venerdì 13 marzo ore 20.30 
sabato 14 marzo ore 20.30
domenica 15 marzo ore 17.00

SUPERSOCRATES
TABLE SOCCER THEATER di e con Eleonora Spezi e Matteo Salimbeni / Teatro Elettrodomestico
scena e marionette Eleonora Spezi
costumi marionetta Clotilde
con musiche dei Sex Pizzul
una produzione di Cambusa Teatro
in coproduzione con Atto Due

La marionetta del calciatore Socrates

«Cosa diavolo c’entra il calcio con la democrazia?», gridò il generale. Un cronista decisamente fuori moda e la sua appassionata collega giocano con la storia di Socrates, centrocampista dal tiro potente e preciso, uno dei calciatori più radicali della sua generazione, filosofo, icona del calcio degli anni ’70 e ‘80.

Calciatore per talento naturale, laureato in pediatria, Socrates nacque nel 1954, in un paese che di lì a breve avrebbe conosciuto la terribile dittatura militare dei Gorillas. Suo padre, autodidatta, riempiva la casa di libri, proibiti sotto dittatura, e leggeva; leggeva tantissimo, soprattutto di filosofia antica. Da qui il nome ai figli, Socrates, Sostenes e Sofocles. Da qui anche la formazione etico-politica del futuro calciatore, che negli anni del golpe leggeva Platone, Machiavelli e Hobbes. Indeciso per parecchio tempo se seguire la strada della medicina o quella del calcio, Socrates prende vita sulla scena con lo stile e la poetica inconfondibile dei due autori del Teatro Elettrodomestico. Tra, marionette, petardi e una telecronaca surreale, Socrates e la sua squadra, il Corinthians di São Paulo, ci raccontano la nascita, la vita e la morte di un’irripetibile utopia democratica.

Lo sfondo è quello di uno scalcinato studio televisivo che manda in onda il programma Supersocrates. I due attori-artigiani raccontano, con parole, immagini e marionette, la storia della grande avventura della Democracia Corinthiana, la squadra di calcio che cambia nome e si trasforma in un’autogestione a tutti gli effetti. Un’utopia, un sogno, quello di trasformare una squadra da sistema gerarchico a modello democratico, in cui le decisioni grandi e piccole venivano prese all’unanimità, dove ognuno aveva diritto al voto e il voto dell’allenatore valeva quanto quello del massaggiatore. Nel 1984 Socrates parlò davanti a un milione e mezzo di persone, promettendo che sarebbe rimasto in Brasile se fosse passato un referendum che ristabilisse libere elezioni presidenziali. «Se il prossimo presidente del Brasile non verrà eletto direttamente dal popolo ma dal parlamento come vuole la dittatura, andrò a giocare in una squadra europea» Il referendum non passò, l’esperienza della Democracia Corinthiana si concluse e Socrates andò alla Fiorentina.

Nel racconto, divertente e appassionato, non mancano colpi di scena, fino a che la marionetta del Doutor e quelle dei suoi compagni dribbleranno gli avversari e il regime. In scena maschere, fuochi d’artificio e samba in un’atmosfera da stadio che raggiunge gli spettatori, chiamati sul finale ad essere una vera e propria tifoseria.

Il cronista (Matteo Salimbeni) è uno di quelli che si scaldano, che non riescono a camuffare le proprie predilezioni né emozioni, anche se il campo da calcio è un Subbuteo e la sua postazione è più di legno che digitale. La sua collega (Eleonora Spezi) è un’entusiasta burattinaia, devota alla causa democratica, che lo affiancherà con marionette e popcorn. Gli ospiti speciali di Supersocrates sono Dio e il Pallone, che aiuteranno il racconto di questa storia realmente accaduta e che la renderanno ancora più incredibile.

Per il pubblico non tifare Democracia Corinthiana sarà praticamente impossibile.

«La vittoria è una cosa secondaria, la gioia viene prima di ogni cosa». Socrates

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