È Antonio Scurati il vincitore del Premio Strega 2019

Lo scrittore italiano Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega 2019

Il vincitore della 73esima edizione del Premio Strega, il più importante e ambito premio letterario nazionale, è stato appena annunciato da Pino Strabioli, che dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, ha condotto uno speciale dedicato all’evento, dove ha intervistato i cinque finalisti e ha mostrato le immagini che raccontano l’ambientazione dei rispettivi romanzi. La trasmissione, che ha anche visto la partecipazione di Piera Degli Esposti, è stata trasmessa in diretta televisiva da Rai Tre.

Ad aggiudicarsi la vittoria – in parte annunciata, era infatti il favorito – è stato Antonio Scurati con M. Il figlio del secolo (Bompiani). Gli altri quattro finalisti erano: Benedetta Cibrario con Il rumore del mondo (Mondadori), Marco Missiroli, autore di Fedeltà (Einaudi), Claudia Durastanti con La Straniera (La nave di Teseo) e Nadia Terranova, autrice di Addio Fantasmi (Einaudi).

Il romanzo di Scurati è la storia dell’Italia tra il 1919 e il 1925, dalla fondazione dei Fasci italiani di combattimento al delitto Matteotti, la storia di un Paese che si consegna alla dittatura, la storia di un uomo (Mussolini) che rinasce molte volte dalle proprie ceneri. La storia della Storia che ci ha resi quello che siamo.

Intervistato da Strabioli, prima di essere annunciato vincitore, lo scrittore napoletano ha dichiarato di aver voluto scrivere questo «romanzo storico» – frutto del lavoro di cinque anni – perché ha sentito «la responsabilità estetica, etica e sociale» di raccontare la storia del fascismo, restando fedele ai fatti, ma proponendoli in maniera avvincente. Incalzato dall’abile conduttore, Scurati ha inoltre dichiarato che Mussolini è “il figlio del secolo” perché «ha intuito per primo cosa sarebbe stata la politica nell’era delle masse»: sedusse italiani e non, assecondando gli umori più neri del popolo. Perché raccontare questo in un romanzo? perché il romanzo è quel genere che sembra dire «entra, e ti farò conoscere questa storia…», sostanzialmente perché è destinato ad un ampio pubblico, cosa che – ha ribadito lo stesso – non era mai stata fatta prima.

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