Edimburgo (seconda parte)

Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.

                                                                                                                                                                     (Italo Calvino)

Storia di Bobby

Dove eravamo rimasti? Ah, Bobby… L’ho conosciuto al cimitero Greyfriars, davanti al quale spicca la sua statuetta. Era un simpatico Terrier che visse nella seconda metà dell’Ottocento e che per due anni fu un fedele compagno di John Gray, poliziotto notturno del quartiere. Dopo la precoce morte del padrone, il cane trascorse quattordici anni sulla sua tomba, allontanandosi solo raramente. Per evitare che venisse ucciso, secondo l’ordinanza emanata nel 1867 sui cani randagi, personalità famose intervennero per assegnarli un vitalizio ed un collare. Morì con tutti gli onori nel 1872 e fu sepolto non lontano dalla tomba di Gray, ma in terra sconsacrata. Una storia strappalacrime che commosse il mondo e conquistò, attraverso libri e film, anche l’America. Al Museo di Edimburgo, che ospita manufatti come argenti e vetri, gli oggetti più osservati sono il collare e la ciotola di Bobby.

Se amate il brivido per la verità un po’ kitsch, questo romantico cimitero, ricco di leggende, è anche meta di una visita guidata notturna che vi porterà alla prigione di Mackenzie, il Sanguinario che nel 1679 fu artefice di un massacro di presbiteriani, vi racconteranno di episodi paranormali, di svenimenti e di persone pronte a giurare di averne visto il fantasma: dal 1999 al 2007 sono state registrate oltre quattrocento apparizioni. Diciamo che, in giugno, il chiarore quasi da notti bianche cancella buona parte della suggestione: c’è ancora luce fin verso le undici di sera. E i tour attraverso la City of the Dead iniziano tra le 20.30 e le 21…

Sul Royal Mile

Le passeggiate si aggirano sempre intorno all’Old Town dal tenebroso fascino medievale e dalle moltissime attrazioni. Ogni città turistica ha una strada più turistica delle altre. A Edimburgo è il Royal Mile, seminato di Close, così si chiamano i vicoli lunghi e stretti che si diramano a destra e a sinistra del tracciato lineare, percorreteli ogni tanto e, oltre ad allontanarvi dalla folla, in fondo ad essi sbucherete spesso in piazzette dal fascino solitario, angoli di quiete circondati a volte da case-torri… Questa improvvisa apertura allo spazio e al silenzio, mi ha ricordato certi discosti campielli veneziani che si raggiungono attraverso una calle.

Se amate le illusioni ottiche potrete entrare nella Camera Obscura… e mi sembrava che dal centro multimediale Scotch Whisky Experience la gente uscisse un po’ barcollante… Solo un’impressione? Più avanti ci si imbatte nella St Giles Cathedral fino ad arrivare alla John Knox House, appartenuta all’ambiguo riformista che divenne un acerrimo nemico di Maria Stuarda, la sfortunata regina cattolica la cui presenza spicca ad ogni angolo edimburghese tra realtà e leggenda (ma in quanti letti giacque la vigilia della sua cattura?).

I misteri underground

Da non mancare per conoscere la vita del passato, anche qui ammantata di favola, è la visita guidata al Mary King’s Close (da prenotare), un po’ scenograficamente recitata, inadatta ai claustrofobici, vi porterà nei sotterranei di sofferte esistenze, di miseria di un popolo quasi sepolto in locali angusti, sotto undici piani. Troverete moribondi di peste (che non venivano murati vivi…) e il fantasma di una bambina a cui ancora adesso regalano montagne di giocattoli. Scene macabre rafforzate dai forti odori di terra e di crine di cavallo che spunta dai muri, umidità, oscurità e assi sconnesse… State attenti a dove mettete i piedi e la testa!

Andando sempre avanti e deviando in un close, a pochi passi dal Museo di Edimburgo, riuscirete ad infilarvi in un delizioso giardino realizzato su progetto seicentesco, poco frequentato, adatto a ritemprarvi lo spirito oscurato: Dunbar’s Close Garden.

Un palazzo e una nave

Sono una camminatrice famelica di curiosità culturali e nessuno mi può fermare, quindi proseguo fino ad arrivare al limite della via lineare e sfociare davanti al Palace of Holyroodhouse, residenza ufficiale della famiglia reale in Scozia, tutt’oggi soggiorno della regina Elisabetta, la cui visita è accolta con cornamuse e spiegamento di ufficialità come i filmati dimostrano. Per fortuna che quando sono arrivata lei non c’era, altrimenti il Palazzo sarebbe stato chiuso al pubblico.  Ambienti sfarzosi, lussuosamente arredati, porcellane, cristalli, ritratti, uno splendido parco, il tutto aleggiante la figura di Maria Stuarda e i tragici eventi in cui è stata coinvolta, tra cui l’assassinio dell’italiano Rizzio, il suo segretario: qui vi mostreranno il luogo esatto dove il corpo cadde. Siamo sulle tracce dell’antica e agitata storia scozzese. Ma non molto lontano emerge la bizzarra architettura moderna del Parlamento inaugurato nel 2005, visitabile con la serie di controlli doverosi (il contemporaneo spaventa di più del passato!).

Se siete appassionati di gossip sulle vicende reali inglesi… Beh, allora la prossima tappa è il Britannia, la famosa nave da crociera, reclamizzata come la maggiore attrazione turistica della Scozia da quando è attraccata. Un design d’epoca accoglie nelle stanze, sale e salotti, distribuiti e arredati secondo un rigido protocollo gerarchico. Un unico letto matrimoniale (gli altri sono a una piazza, Elisabetta e Filippo dormivano in camere separate ma contigue), quello voluto da Carlo per la luna di miele con Diana. E si sa che Elisabetta, quando saliva sulla nave, si portava 45 persone di accompagnamento e 5 tonnellate di bagagli! Se amate i record: 3 ore per allestire la tavola dei ricevimenti a cui hanno partecipato molti potenti del mondo, mentre nella lavanderia passavano 600 camicie al giorno e spettacolare è la sala macchine. Il resto scopritelo voi. A me ha incuriosito trovare nei locali dei musicisti una audiocassetta di Casadei… Ma il repertorio era internazionale.

Dalla Siberia all’Amazzonia in pochi minuti

Preferite invece la natura? Non avete che l’imbarazzo della scelta, a Edimburgo: dall’intima passeggiata lungo il fiume Leith con scorci per coppiette sentimentali… E poi: volete passare in pochi minuti dalla Siberia al deserto, alla foresta amazzonica? Allora il posto giusto è il Royal Botanic Garden, piante dal minuscolo al gigantesco, all’aperto o in serra, tropicali o di montagna, fossili, legate all’alimentazione umana (caffè o zucchero), ninfee, laghetti, ponticelli, cascatelle, boschetti, e ambientazioni ricreate di ogni angolo del mondo, persino un mini labirinto come quello dedicato alla Regina madre.

E se siete instancabili, l’arrampicata che fa per voi è Arthur’s Seat, caratteristica cima rocciosa del vulcano estinto che vedrete da ogni punto di Edimburgo, panorama eccitante. Dalla parte opposta c’è Calton Hill, dove si trova tra l’altro quel tentativo di Partenone che contribuì a battezzare Edimburgo come l’Atene del Nord, definizione rinfrescata dagli attuali slogan turistici. Ma con il suo colonnato incompiuto per mancanza di soldi, il monumento è sempre stato considerato dagli indigeni la “vergogna” della città!

Per gli amanti dello shopping, piuttosto che alla troppo turistica Old Town (molti i manufatti made in China), rivolgetevi a Princes St., oltre ai negozi, anche l’omonimo parco provvisto di un funzionante orologio di fiori con allegato cucù!

Una villa a Castagnola

Nel verde è pure immersa la Scottish National Gallery of Modern Art, due edifici nei quali potrete fare scoperte interessanti, la sala vuota di visitatori dedicata a Bacon, ad esempio e per gli svizzeri informo: l’Alberto Giacometti della scultura in legno Objet désagréable à jeter, 1931 e il Ben Nicholson (1894-1982) di Castagnola, 1923, dipinto della villa in cui visse alcuni anni a Lugano.

Prima di lasciare Edimburgo, citiamo The Georgian House, amata dagli abitanti di qui, ma che io ho trovato un po’ troppo ricostruita e falsata nel tentativo di raccontarne la storia originale: l’abitazione è passata attraverso diversi proprietari e quando è stata acquisita dal National Trust for Scotland era vuota. Poco è rimasto di autentico, ma Charlotte Square, dove si trova (deviando dall’arteria principale di Princes Street), è un luogo fondamentale per capire l’evoluzione architettonica della capitale scozzese.

Rosslyn Chapel, non fatevi imbrogliare

E adesso allontaniamoci un po’, non di molto, per raggiungere un villaggio e la famosa Rosslyn Chapel le cui visite oggi sono influenzate dallo sciagurato libro e soprattutto dal film Il codice da Vinci. No, nella cripta non esiste nessun Santo Graal e non fantasticherei troppo sui molti simboli venduti come misteri. L’individuazione di raffigurazioni di mais, prima della scoperta dell’America, mi riporta alla memoria farneticanti ipotesi fantascientifiche su strani omini che sembravano indossassero scafandri e su una possibile antica colonizzazione marziana del nostro pianeta… Siamo nell’ambito della cosiddetta OOPArt. Straordinario è certamente il concentrato di sculture, da farsi venire il torcicollo ed è divertente vedere i bambini alla ricerca del Green Man, almeno non sono attaccati ai videogiochi. Una guida umana è anche accompagnata dal suo gatto, vivo e nero, una giusta mascotte per questa chiesa, ma vi assicuro del tutto innocua.

La prossima volta mi avventurerò su un treno a vapore… Alla cui fama ha contribuito anche Harry Potter… La letteratura (buona o cattiva?) mi perseguita…

(Continua)

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