Festival di Berlino 2020: al via la 70esima edizione diretta da Carlo Chatrian
Apre ufficialmente oggi, giovedì 20 febbraio, la settantesima edizione del Festival di Berlino, per la prima volta diretto dal torinese Carlo Chatrian, affiancato dalla direttrice esecutiva Mariette Rissenbeek. Già direttore artistico del Festival di Locarno, dal 2012 al 2018, sostituisce Dieter Kosslick, che guidava la Berlinare dal 2002.
«I titoli in cartellone nelle varie sezioni della rassegna», ha dichiarato Chatrian, «raccontano vicende del genere umano, ritratto in tutta la sua megalomania e insieme grandiosa fragilità, con l’obiettivo di rivelarne i demoni nascosti e le inattese epifanie. Sta a noi ricevere queste storie e assorbirle senza pregiudizi». Il concorso propone film dedicati a storie forti, accattivanti, costruite in modo da coinvolgere il pubblico in prima persona: «se c’è una predominanza di toni “dark”», ha commentato Chatrian, «questo deriva dal fatto che abbiamo selezionato opere che tendono a guardare il presente senza illusioni. E questo non per provocare timori, ma solo per stimolarci ad aprire i nostri occhi». Monito tanto più attuale se si pensa che si è deciso di cancellare il premio dedicato ad Alfred Bauer, storico direttore del festival, in seguito alle accuse di collaborazionismo con il regime nazista.
La kermesse, che si terrà da giovedì 20 febbraio a domenica 1 marzo, si aprirà con una dedica a uno degli autori più amati della letteratura statunitense, J. D. Salinger, scomparso 10 anni fa. Il primo film ad essere proiettato sarà infatti My Salinger Years del regista canadese Philippe Falardeau, che ha adattato il romanzo di Joanna Rakoff, Un anno con Salinger. La pellicola, che nel cast vanta Sigourney Weave, Margaret Qualley e Douglas Booth, racconta il piccolo mondo letterario della New York degli anni ’90, con umorismo, dolcezza, e senza dimenticare il ruolo che l’arte svolge in tutte le nostre vite.
Tra i diciotto film in concorso ci saranno ben due pellicole italiane, entrambe con protagonista Elio Germano. La prima è Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, in cui l’attore romano veste i panni del pittore naïf Antonio Ligabue. Mentre la seconda è Favolacce dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, che racconta senza filtri le dinamiche che legano i rapporti umani all’interno di una comunità di famiglie, dove la rabbia e la disperazione sono pronte ad esplodere. Nel gruppo degli ‘italiani’ va inserito di fatto anche Siberia di Abel Ferrara, produzione nata nel Belpaese. Fuori concorso, invece, Pinocchio di Matteo Garrone nella rassegna “Special Gala”, e la versione restaurata de Il Bidone, uno dei capolavori di Federico Fellini, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita. Per quanto riguarda l’Orso alla carriera è stato già annunciato che sarà assegnato all’attrice Helen Mirren, alla quale è stata dedicata la sezione “Homage”.
La giuria di questa edizione è presieduta dal premio Oscar britannico Jeremy Irons ed è composta da: l’attore italiano Luca Marinelli, Berenice Bejo (Argentina/Francia), la produttrice Bettina Brokemper (Germania), la regista Annemarie Jacir (Palestina), il drammaturgo e regista Kenneth Lonergan (Usa) e il critico e regista Kleber Mendonca Filho (Brasile).