Firenze, “Madonna della Gatta” torna a Palazzo Pitti dopo un decennio nei depositi

Un capolavoro del ‘500 ritorna visibile dopo un decennio nei depositi, si tratta della Madonna della Gatta, opera dell’artista urbinate Federico Barocci.
Federico BarocciÈ in esposizione a Palazzo Pitti (Firenze), dal 24 luglio 2019, nella Sala di Berenice della Galleria Palatina il dipinto a olio su tela che si contraddistingue tra alcune delle opere più suggestive del secolo d’oro della pittuta italiana: il Cinquecento. La tela giunse a Firenze nel 1631, insieme ai beni dell’eredità di Vittoria della Rovere, per effetto del matrimonio con Ferdinando II de’ Medici, e fu originariamente collocata nel suo appartamento d’inverno, al primo piano di Palazzo Pitti, dove oggi viene nuovamente esposta. «Quella che il pittore ha immaginato per questo dipinto, eseguito intorno al 1598, è una delle più delicate e teatrali interpretazioni della maternità – spiega Anna Bisceglia, curatrice della pittura del cinquecento degli Uffizi – Giuseppe solleva la tenda e introduce subito lo spettatore tra le mura domestiche, dove la Vergine sta cullando il suo bambino».

Federico Barocci, che ha eseguito il dipinto intorno al 1598, restituisce qui una delle più delicate interpretazioni della maternità, con Giuseppe che, scostando una tenda, rivela Maria intenta a cullare il Bambino tra le pareti domestiche. L’opera trae la sua denominazione della gatta che allatta i cuccioli, sistemata dal pittore giusto al centro della scena,  accoccolata tra le vesti di Maria. Un dettaglio che ha la capacità di proiettare l’immagine sacra in una dimensione quotidiana. E’ stata oggetto di numerose copie, tra le quali spicca il sontuoso arazzo eseguito nel 1663-1664 da Pietro Fevère su commissione della stessa granduchessa Vittoria della Rovere, e conservato negli Appartamenti Reali di Palazzo Pitti.

Nella Galleria Palatina, insieme all’opera Madonna della Gatta, troviamo altre opere di Barocci come il Ritratto di fanciullo e la copia coeva dall’ Annunciazione; Questi sono solo alcuni dei capolavori fanno parte di una startegia di valorizzazione di Palazzo Pitti il cui obiettivo è duplice: da un lato si vuole reintrodurre opere che in passato vi erano stati esposti, e che per diversi motivi furono trasportati in altri musei e/o talvolta finirono in depositi; dall’altro lato si vuole dare riconoscimento la straordinaria magnificenza e influenza della pittura del ‘500. Difatti, il nuovo allestimento nella Sala di Berenice rende evidente l’importanza dello stile di Federico Barocci per la pittura seicentesca, elemento che si nota particolarmente grazie al confronto con l’Adorazione dei Magi di Luca Giordano e i dipinti seicenteschi della scuola fiorentina.

 

 

n/a