Grazie Aretha Franklin. Buon viaggio alla regina del soul

Ci ha lasciati oggi all’età di 76 anni una delle più grandi cantanti della storia. E prima di qualsiasi cosa, prima di  ricordare quale donna e cantante eccezionale sia stata Aretha Franklin, vien da dire una cosa sola: «grazie». Grazie per quella voce graffiante, profonda, calda, che sin dalla prima nota trasmette energia e voglia di vivere per sempre. Grazie per le canzoni, per quei testi che raccontano le donne degli anni 60′, le donne che chiedono pari opportunitá, uguaglianza, rispetto. Grazie per il coraggio e l’energia che sgorgavano senza fine, toccando ogni muscolo e corda del nostro corpo, da testi come “Think,” “Respect,”, “Do Right Woman – Do Right Man”, “I Say a Little Prayer” e tante altre.

Femminista ruggente sin dagli esordi Aretha Franklin, nata a Memphis il 25 marzo del 1942,  è stata la prima donna ad essere ammessa nel 1987 alla Rock & Roll Hall of Fame. Nel 2009 ha cantato alla cerimonia di insediamento del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Nel 1977 ha cantato al concerto pre-inaugurale della presidenza di Jimmy Carter  e nel 1993 a quella di Bill Clinton . Nel 1968 ha cantato al funerale del Rev. Martin Luther King. Nel 2010 la rivista americana Rolling Stone  l’ha inserita al quinto posto tra i 100 più grandi cantanti di tutti i tempi. Aretha Franklin era un esempio e una fonte ispiratrice per molti cantanti. Freddie Mercury l’adorava.

«Quando Aretha canta sgorga la storia americana» disse di lei l’allora presidente Barack Obama ascoltandola cantare “You Make Me Feel Like A Natural Woman” al Kennedy Center Honors nel 2015. E aggiunse «Nessuno meglio di lei incarna il legame tra la musica spirituale afro-americana, il blues, l’R&B, il rock’n’roll – e riesce a trasformare le avversità e la tristezza in un qualcosa di nuovo pieno di bellezza, vitalità e speranza».
Nelle sue corde, nella sua voce non abitava infatti soltanto il gospel, quello con il quale era cresciuta grazie al padre, il predicatore battista reverendo Franklin. Nella sua voce confluivano sofisticate armonie jazz, la sensualità e il dolore del blues, la veemenza del rock e la raffinata emotività dell’opera.

Tra i suoi tanti successi e i numerosi premi e riconoscimenti (ha vinto 18 Grammy Awards e ha venduto più di 75 milioni di dischi in tutto il mondo), vogliamo ricordare “Respect”, canzone originariamente incisa nel 1965 dal cantante statunitense Otis Redding poi ripresa da Aretha Franklin nel 1967. Nel testo originale di Otis Redding un uomo chiede alla propria compagna di essere rispettato. Aretha Franklin inverte i ruoli e nella sua canzone a chiedere rispetto è una donna. In quel periodo negli Stati Uniti i movimenti femministi sono in piena affermazione e la canzone di Aretha Franklin, diventato uno dei suoi successi più grandi, sarà un inno di questi movimenti un inno esteso all’intera società statunitense. Come riporta il Guardian in un’intervista del 2015 a Vogue in merito a questa canzone Aretha Franklin disse che nessuna delle sue canzoni è stata registrata con intenzioni politiche e che questa canzone in particolare è stata importante non soltante per i movimenti dei diritti civili ma per le persone in generale.«Tutte le persone vogliono rispetto, anche i bambini. Come persone meritiamo di ricevere rispetto le une dalle altre».

Respect Aretha Franklin e grazie.

                                                                                                                                                                                                                        Natascha Fioretti

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