Hollywood sbarca in laguna

Brad Pitt sul red carpet per la presentazione del film Ad Astra (Foto: Arthur Mola)

Il red carpet del secondo giorno della Mostra del cinema di Venezia è stato di quelli memorabili, con due superdivi hollywoodiani come Brad Pitt e Scarlett Johansson.
E celebrato come loro è stato anche Pedro Almodovar, amatissimo, che ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera e festeggiato dai suoi attori, come Marisa Paredes e Rossy De Palma, fino a notte fonda in un party alla Scuola Grande della Misericordia.

L’Italia ha schierato un fumettista prestato al cinema, Igort, con il “guappo” Toni Servillo a guidare il cast di 5 è il numero perfetto con Valeria Golino e Carlo Buccirosso, applaudito alle Giornate degli Autori e ora anche nei cinema italiani.

Per il concorso si è visto The Perfect Candidate della (prima) regista saudita Haifaa Al-Mansour: è il suo secondo film, dopo Una Bicicletta Verde, presentato proprio a Venezia nel 2012. Nel raccontare la storia delle difficoltà di una donna di candidarsi a sindaco della sua città, fa un affresco della condizione femminile di quel paese arabo, “per incoraggiare le donne saudite a liberarsi dal sistema che ci ha deliberatamente ostacolato”.

Coppola in testa, sorridente e divertito Brad Pitt, astronauta protagonista di Ad Astra di James Gray, nonostante fotografi appollaiati e domande sul suo essere sexy o sui suoi muscoli scolpiti (ha ammesso di fare pesi ogni weekend) riesce sempre ad essere disinvolto e rilassato. “Questo – ha detto – probabilmente è stato il lavoro più difficile della mia vita, un film delicato, una vera e propria sfida. Raccontare una storia tra padre e figlio riuscendo a mantenere il giusto equilibrio in maniera sottile e delicata non è stato facile”. E Ad Astra è forse anche il film in cui Pitt deve mostrare quella fragilità lontana dai modelli maschili che ha più volte rappresentato, ma che ha forse scoperto dentro di sé dopo la rottura con Angelina Jolie.

Ha pescato nella sua esperienza, anche dolorosa, Scarlett Johansson che con Adam Driver è protagonista di Marriage Story di Noah Baumbach (dal 6 dicembre su Netflix e prima in sala), terzo film passato in concorso nella seconda giornata di Venezia, storia della separazione tra un regista off di Broadway e un’attrice californiana di serie tv, con un figlio di otto anni. “A volte un film è un segno del destino – ha detto l’attrice più pagata del mondo (secondo Forbes, 56 milioni di dollari) – volevo lavorare con Baumbach e non sapevo il tema del progetto e quando me lo ha proposto è stato davvero un po’ uno shock, mi stavo separando (dal secondo marito Romain Dauriac dopo Ryan Reynolds, ndr) e lui non lo sapeva. Ho accettato il ruolo di Nicole e ho messo tutta me stessa ben più che nei film precedenti. Senza rendere pubblico il mio privato – ha proseguito – la mia Nicole cerca semplicemente di essere riconosciuta come persona, non più definita dal matrimonio ma come identità. Ama moltissimo Charlie ma non vuole sentirsi plasmata da lui. Trovo che sia molto bello continuare a provare sentimenti, sguardi amorevoli e umanità proprio quando invece stai rompendo tutto: secondo me è un aspetto di verità”.

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