I contenuti dell’Osservatore Magazine n.14/2020

I contenuti del numero 14/2020 del Magazine, disponibile da sabato 4 aprile 2020:

Apriamo con l’editoriale della nostra redattrice Maria Elisa Altese, che, da italo-americana, riflette su come negli Stati Uniti anche il diritto alla vita abbia un prezzo.
In Millelibri Michele Fazioli, prendendo lo spunto dalla prima pubblicazione ottant’anni fa, ci invita a (ri)leggere Il grande Gatsby di Francis
Scott Fitzgerald.
Prendendo lo spunto dal recente Dantedì e con uno sguardo rivolto al grande anniversario del 2021, Gilberto Isella esamina le figure di Ulisse e di Beatrice nella Commedia dantesca.
Grazia Bernasconi-Romano analizza come, nelle opere di La Fontaine e Camus – con particolare attenzione al romanzo La Peste di ques’ultimo – venga affrontata la questione dell’origine del male.
Manuela Camponovo presenta quattro libretti dei “galligrammi d’orio”, ideati e prodotti dal grafico Orio Galli.
Dalmazio Ambrosioni riferisce del progetto di una radio culturale online, realizzata dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAMeC) di Bergamo.
Nella sua rubrica Jazz, pop, folk Luca Cerchiari ricorda due grandi vittime della pandemia di coronavirus, il cantante e sassofonista camerunese Manu Dibango e il direttore brasiliano Martinho Lutero Galati de Oliveira.
Per la rubrica Cinema in casa? Emanuele Sacchi ci invita a (ri)vedere online o in DVD/Blu Ray i film Divorzio all’italiana di Pietro Germi e Piercing di Nicolas Pesce.
In Tele & altre visioni Antonella Rainoldi ci parla del programma educativo Y’a pas école?, prodotto dalla RTS.
Nelle pagine di Economia, curate da Corrado Bianchi Porro, ci occupiamo di un webinar di Board sulla pianificazione dei processi aziendali, delle previsioni per i prossimi mesi di JP Morgan AM e di Swiss Life e di come un’azienda ticinese, la Swiss Team Leaders di Mario Simaz, si occupi della gestione di situazioni di crisi e catastrofi a livello internazionale. Infine, Amalia Mirante analizza l’attuale situazione economica e del mercato del lavoro ticinese, mettendo in evidenza come la “mano visibile”, ossia lo Stato, sia ora chiamato ad intervenire in modo deciso.

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