I Senza Confini africani

Come rendere divertente anche la di solito noiosa lista dei ringraziamenti a coloro che hanno reso possibile l’evento; come rendere allegra una fiaba, che affonda nel mito, anche un po’ triste. Gli africani sono maestri in questo; danza sorprendentemente iconica; musica attraverso soprattutto coinvolgenti percussioni ritmiche e canti; il racconto. Ciò che noi abbiamo (ri)scoperto considerandola avanguardia multidisciplinare, per loro è un’antica tradizione che si trasmette oralmente da tempo immemorabile.

Così, dopo Muralto, portati lì dal Teatro dei Fauni, oggi pomeriggio i “piccoli idilli” di Kanu (Amore in lingua bambarà) sono approdati al Teatro Foce di Lugano nell’ambito della rassegna Senza Confini organizzata dal Teatro Pan, in collaborazione con LuganoInScena. Dal Burkina Faso, come è stato detto, dalla “pancia” (e diremmo anche dal cuore affatto tenebroso) d’Africa ecco gli strumenti del folklore di Daouda Diabate (kora, gangan, voce) e di Kadi Coulibaly (bara, calebasse, voce) e, al centro, Bintou Ouattara che narra e interpreta mimicamente i vari personaggi, la storia declina all’africana un tema proprio delle favole, gli umili tiranneggiati dai potenti. Il re sottrae un possente toro ad una vecchina che lo aveva accudito con amore. Da notare le trasformazioni gestuali in cui l’attrice si fa piccola come il popolo e grande come la prepotenza di chi ha il comando. Il toro è macellato, all’anziana non resta che del grasso, da cui scaturirà una fanciulla che le metterà sempre in ordine la casa (la platea partecipa al racconto con entusiasmo). La storia si ripete, perché il re la vorrà quella bella ragazza e ne farà la sua ventottesima moglie e tutte si dovranno contare, ci tocca, sottolinea l’attrice ironicamente. Le altre invidiose della preferita se ne libereranno spingendola a sciogliersi al fuoco, si trasformerà nel fiume Niger, come il re per ricongiungersi a lei diventerà ippopotamo e l’amore chiamerà anche una mutazione in coccodrillo, una convivenza di sempre. L’amore che fa miracoli nella disperazione della lontananza. Regia di Filippo Ughi, ma la scena è tutta sua, di Ouattara che con felicità prorompente la riempie muovendosi e narrando. Tanti bambini, neri e bianchi, numerosi i primi in questa occasione; gli iscritti hanno potuto successivamente partecipare al “Laboratorio di danza ed espressione africana”, una novità di quest’anno. Lo spettacolo sarà replicato per le scuole domani mattina a Lugano e martedì a Chiasso.

Un altro annuncio: è uscito il terzo cd dei racconti del Teatro Pan: Il Bu! E altre storie per sognare scritte da Luca Chieregato, sei narrazioni con diverse voci e musiche, potrebbe essere una piccola e preziosa strenna per i bambini dai 4-5 anni: www.teatro-pan.ch

Manuela Camponovo

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