I ticinesi Alexandre Hmine e Anna Ruchat ricevono il Premio svizzero di letteratura
L’Ufficio federale della cultura assegna ogni anno i Premi svizzeri di letteratura. Il Gran Premio svizzero di letteratura distingue un autore o un’autrice per l’insieme della sua opera. Quest’anno il Gran Premio svizzero di letteratura 2019 è andato a Zsuzsanna Gahse per l’originalità della sua opera tra poesia e prosa.
Nata a Budapest nel 1946, Zsuzsanna Gahse è fuggita dall’Ungheria insieme alla famiglia nel 1956 per rifugiarsi prima a Vienna e poi a Kassel. Il suo primo romanzo, «Zero», scritto in tedesco, è stato pubblicato nel 1983. Dopo avere abitato a lungo a Stoccarda e a Lucerna, dal 1998 vive a Müllheim nel Cantone di Turgovia. L’opera di Zsuzsanna Gahse comprende una quarantina di libri e innumerevoli pubblicazioni e si situa, stando alla giuria, «negli interstizi tra prosa e poesia». La giuria è rimasta colpita dall’interesse dell’autrice per la lingua e le parole, per l’osservazione di fenomeni sociali e culturali, ma anche per il suono delle allitterazioni e l’alternarsi di ritmi e, infine, per lo spirito e l’ironia, con il loro aspetto non esclusivamente ludico.
Il Premio speciale di mediazione invece è stato assegnato contemporaneamente al Centre de traduction littéraire di Losanna e alla Casa dei traduttori Looren.
Oltre a queste due distinzioni sono stati attribuiti i Premi svizzeri di letteratura ad autrici e autori per opere letterarie pubblicate lo scorso anno: Elisa Shua Dusapin con Les Billes du Pachinko; Julia von Lucadou con Die Hochhausspringerin; Patrick Savolainen con Farantheiner; José-Flore Tappy con Trás-os-Montes e Christina Viragh con Eine dieser Nächte.
Tra di loro, spiccano anche due ticinesi: Anna Ruchat con Gli anni di Nettuno sulla terra e Alexandre Hmine con La chiave nel latte.
La cerimonia di premiazione avrà luogo il 14 febbraio prossimo alla Biblioteca nazionale svizzera di Berna.