Il nuovo numero di “Archi” è dedicato alla Galleria del Ceneri

Il nuovo numero della rivista Archi – reperibile nelle librerie e su www.espazium.ch – presenta il tunnel che segna il compimento (almeno sul piano svizzero) della grande opera di AlpTransit.

Il 4 settembre è stata inaugurata la Galleria di base del Ceneri, in servizio a partire da dicembre. Riducendo radicalmente i tempi degli spostamenti (solo 30 minuti tra Lugano e Locarno, una decina tra Lugano e Bellinzona), l’opera promette di trasformare la mobilità ticinese: cambierà la percezione dello spazio degli abitanti e creerà nuove traiettorie per il traffico merci, trasferendolo da strada a rotaia, con effetti significativi anche dal punto di vista ambientale.

Ma qual è la genesi storica del progetto? Come si è svolta la sua realizzazione? Quali effetti avrà a livello locale e internazionale? Nel quinto numero del 2020 di Archi, rivista svizzera d’architettura, ingegneria e urbanistica pubblicata da espazium – Edizioni per la cultura della costruzione, la Galleria viene presentata in tutta la sua complessità tecnica in una serie di saggi e schede redatti dai curatori del numero, gli ingegneri Alberto Del Col (direttamente implicato nel progetto) e Valeria Gozzi. Gli aspetti architettonici e paesaggistici vengono discussi in un ampio saggio dell’ingegnere Thomas Bühler e dell’architetto Pascal Sigrist, membro del gruppo chiamato a ideare una forma unitaria per tutta l’opera-AlpTransit. I risvolti storici, territoriali e socio-economici del progetto vengono invece approfonditi in interventi dell’economista Remigio Ratti, del geografo Gian Paolo Torricelli e di Riccardo De Gottardi, che ha seguito la genesi della galleria dall’interno del Dipartimento del territorio.

«L’attraversamento del Monte Ceneri rappresenta il superamento di un confine geografico e culturale profondamente radicato. Le analisi di settore prevedono che l’eliminazione del tradizionale argine tra Sopra e Sottoceneri avrà ripercussioni sul piano della mobilità, dei flussi migratori e delle dinamiche insediative della popolazione», commenta la direttrice di Archi Mercedes Daguerre nell’editoriale, aggiungendo che l’opera «permetterà l’effettiva configurazione di una nuova realtà metropolitana: la “Città Ticino”».

Leggi l’editoriale di Remigio Ratti su L’Osservatore Magazine n°34/2020, dal titolo: Costruire la Città Ticino: basta la galleria di base del Ceneri?

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