Il programma del FIT

“Forever” di Tabea Martin.

La ventinovesima edizione del FIT Festival, apertasi ieri, prosegue la sua ricca programmazione, che si sviluppa sui temi di corpo, spettatore, cambiamenti del paesaggio e dell’arte, morte e immortalità.

Dal 30 settembre al 4 ottobre sarà possibile vivere l’originale esperienza proposta dal duo ticinese Trickster-p con Book is a Book is a Book, una performance in cui ciascun spettatore, munito di auricolari, viene invitato a viaggiare tra le pagine di un libro. Lo spettacolo è fruibile in italiano, inglese, francese e tedesco (LAC – Teatrostudio, 30 settembre ore 20.30; 1 ottobre ore 13.30, 18.00, 20.30; 2 ottobre ore 13.30, 18.00, 22.00; 3 e 4 ottobre ore 15.00, 18.00, 20.30).

Venerdì 2 ottobre andrà in scena Mephistopheles eine Grand Tour prodotto da Anagor, un concerto per immagini o un “gran tour” nelle zone buie del cosmo, lì dove scaturiscono insieme la tenebra e le sofferenze delle generazioni (LAC – Palco Sala Teatro, ore 20.30).

Sabato 3 ottobre è la volta dello spettacolo La codista di Marleen Scholten, una riflessione trasparente, personale, comica, politica, assurda e vera sulla questione dell’identità, il desiderio del rallentamento e la paura dell’attesa (Teatro Foce, ore 20.30).

Domenica 4 ottobre verrà presentato il progetto DANCEtheDISTANCE creato dell’Associazione luganese AiEP (Avventure in Elicotteri Prodotti), che si propone di creare i presupposti per la costituzione di una compagnia di danza virtuale e per una nuova tipologia di evento performativo immersivo offline e online (streaming, ore 17.00).

Domenica 4 ottobre sarà inoltre proposto al pubblico Necropolis – prodotto da l’Instutut des croisementsSimge Gücük – che prende come punto di partenza un lungo elenco di decessi di migranti, accuratamente assemblato dall’associazione UNITED insieme a centinaia di organizzazioni non governative, attivisti, giornalisti, esperti locali e ricercatori. Il coreografo e regista Arkadi Zaides e il suo team studiano il significato politico e storico della nozione di responsabilità collettiva. Proiezione in inglese con sovratitoli in italiano. Segue un incontro con il pubblico (LAC – Palco Sala Teatro, ore 20.30 la proiezione, ore 22.00 l’incontro).

Da lunedì 5 a domenica 11 ottobre si potrà accedere a Binaural Views of Switzerland, installazione audio visiva di Alan Alpenfelt: un viaggio nel tempo e in diversi luoghi della Svizzera, grazie al dispositivo del Kaiserpanorama. Un’occasione per  riflettere sugli effetti del turismo di massa, dei trasporti moderni, dei cambiamenti climatici e dello sviluppo industriale sul cambiamento del paesaggio svizzero (LAC – Hall, 5 ottobre, dalle ore 10.00 alle 20.30; 6-11 ottobre, dalle ore 10.00 alle 18.00).

Martedì 6 ottobre ritorna al FIT la coreografa svizzera Tabea Martin con Foverer, uno spettacolo visivo, giocoso, sensibile e toccante; un mondo in cui antiche divinità e creature vengono rianimate dalle fantasie dei bambini. Spettacolo adatto a un pubblico maggiore di otto anni (LAC – Palco Sala Teatro, ore 20.30).

Mercoledì 7 ottobre il duo belga Silke Huysmans & Hannes Dereere presentano Pleasant Island, lavoro di teatro-documentario che ci parla della parabola compiuta da Nauru, isola del Pacifico, che nel corso della sua storia è passata dal subire uno sfruttamento esasperato del sottosuolo all’attuale condanna di essere terra d’esilio. Al termine dello spettacolo si terrà una conversazione con gli artisti (LAC – Palco Sala Teatro, ore 20.30).

Giovedì 8 ottobre i losannesi François Gremaud Victor Lenoble alias 2b company portano in scena Partinon(s), una sorta di divertissement intelligente e leggero, in cui divagano sul concetto di ‘partitura’ e lo fanno grazie al loro gusto per l’assurdo e il bizzarro, in uno spettacolo dal chiaro gusto francofono. Spettacolo in francese, con sovratitoli in italiano (LAC – Palco Sala Teatro, ore  20.30).

Venerdì 9 ottobre il regista franco-uruguayano Sergio Blanco torna al festival a circa dieci anni di distanza e lo fa con Memento Mori, lavoro in cui affronta un tema con cui oggi, più che mai, è inevitabile confrontarsi. Con profondità, radicalità e nitidezza ci convincerà che è possibile parlare della morte con semplicità, spiegandoci come il suo occorrere ci colleghi fortemente alla vita (LAC – Palco Sala Teatro, ore 20.30).

Sabato 10 ottobre vedremo Be Arielle F. di Simon Senn e il suo esperimento con un corpo-avatar che lui, attraverso uan ricostruzione 3D, abita nella versione digitale, con le sue conseguenze esistenziali, legali e psicoanalitiche (LAC – Teatrostudio, ore 19.00 e 21.00).

Sabato 10 ottobre è in programma anche il Salone d’incontro di Luminanza – Reattore per la drammaturgia contemporanea svizzera di lingua italiana. Il Salone è l’occasione per presentare al pubblico le/i selezionate/i di Luminanza 2021 e discutere delle possibilità della scrittura per il teatro in Svizzera. L’incontro, moderato da Alan Alpenfelt e Mara Travella, vedrà la partecipazione di: Heike Dürscheid, ex direttrice del progetto Stück Labor Basel; Maddalena Giovannelli, docente di Storia del teatro all’USI; Carmelo Rifici, direttore artistico LAC; Danielle Chaperon, docente UNIL e direttrice del Centre des études théâtrales di Losanna; Marina Skalova, autrice e maestra Luminanza 2021. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria; in tedesco e francese con traduzione in italiano (Casa della letteratura, ore 17.00).

Domenica 11 ottobre il giovane regista e performer coreano Jaha Koo, già acclamato l’anno scorso al FIT, presenterà The History of Korean Western Theatre, nuovo lavoro sul tema della censura. Un lavoro in cui l’artista si interroga su quando e come il teatro occidentale fu importato nel suo paese e come sostituì il teatro popolare e tradizionale fino a diventare l’unica espressione teatrale della Corea del Sud (LAC – Palco Sala Teatro, ore 20.30).

Lunedì 12 e martedì 13 ottobre è la volta di Una vera tragedia di Riccardo Favaro e Alessandro Bandini, un’originale sperimentazione del dispositivo drammaturgico, in cui il testo incombe sulla scena in forma di proiezione e procede con sorprendente autonomia scardinando il rapporto fra testo e azione drammatica (LAC – Teatrostudio, ore 20.30).

Clicca qui per la recensione di “Rame”, la nuova creazione di Lorena Dozio andata in scena ieri al LAC, nell’ambito del FIT Festival. 

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