Il silenzio, un libro sulla ”tossicodipendenza digitale”

Arriva, edito da Einaudi, “Il silenzio”, il nuovo libro di Don Delillo, uno dei più interessanti autori americani d’oggi e forse il più inquietante, proprio nel suo partire da situazioni di normalità e portarle avanti nel quotidiano facendo emergere via via un senso di minaccia, un’oppressione inquietante con la sua scrittura precisa e allusiva assieme, che ingloba la riflessione nel racconto.

“Il silenzio” ci ricorda che siamo  ”tossicodipendenti digitali”, ognuno chiuso anche per strada nello schermo del suo smartphone, e nel momento in cui tutto questo viene a mancare, tutto si ferma, avanza il vuoto come un deserto e il caos coinvolge ogni aspetto della vita, da quella casalinga al mercato delle criptovalute. La gente, costretta a andare a piedi, per strada si fa folla, ondeggia perduta, nascono piccole sommosse, e gli individui, i cinque personaggi di questi interni quasi teatrali di Delillo, che via via diventano sempre più monologanti, vivono un profondo smarrimento reale (”il senso dell’orientamento gravemente compromesso”) e intimo, mentre il loro io, la loro coscienza e ragione va in crisi, pensiero e linguaggio si frantumano.

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