A Il Texas di Poletti

Poco più di una ventina di minuti, in quel settore del piccolo Museo di via Cassarate, che era occupato dalla mostra di marionette antiche, diventato ora palco elettivo, un’attrice narratrice in carne ossa nella platea, su quel pavimento appena rifatto. E, dietro, ovviamente il deus ex machina ad esprimere visivamente le parole con i movimenti delle micro-marionette. Michel Poletti è tornato, mantenendo la promessa di animare la sua “casa” con eventi teatrali per bambini e famiglie. Ed è stato subito un successo, perché a fronte di un’accoglienza al massimo per 7 o 8, una sessantina sono state le richieste che non hanno potuto essere esaudite, ma il debutto di oggi, primo maggio, sarà seguito da altre repliche. Texas è una favola in chiave western ispirata allo scrittore americano O. Henry, prolifico non solo di racconti ma anche di mestieri nella sua movimentata vita (tra l’altro fu lui a coniare, durante una fuga in Honduras, quell’espressione diventata così diffusa nel mondo mediatico di “Repubblica delle banane”…), da noi non molto conosciuto e tradotto, un peccato per la sua verve ironica, la ricchezza di sfumature linguistiche, l’intreccio di trame e colpi di scena.

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