“Impressioni di realtà”: la Stagione 2019/2020 del LAC

È stato svelato questa mattina il ricco e variegato programma della Stagione 2019-2020 del centro culturale Lugano Arte e Cultura, e che si raccoglie sotto il titolo di Impressioni di realtà.

Ad inaugurare la conferenza stampa è stato il Direttore del LAC Michel Gagnon, il quale, dopo aver sottolineato che la stretta collaborazione con Lugano in Scena è ormai sfociata in un progetto comune, ha subito ceduto la parola a Roberto Badaracco, Direttore del Dicastero cultura, sport ed eventi, che ha espresso, in cifre, il successo del centro culturale: 275 spettacoli, 611 serate in programma, 180’000 spettatori, 8 milioni di incasso, occupazione della sala teatrale del 70%. Il LAC, teatro di presentazioni di spettacoli, ma anche di importanti produzioni, ha permesso a tutte le realtà del territorio, e di conseguenza agli attori, di ottenere riconoscimenti nazionali e internazionali. Luigi Maria Di Corato, Direttore della Divisione attività culturali, ha poi ringraziato i numerosi sponsor che hanno permesso nel passato, così come lo faranno nel futuro, la produzione e la realizzazione di numerosi spettacoli. Ad entrare più nello specifico nel programma della futura stagione del LAC è stato Carmelo Rifici, Direttore artistico di Lugano in Scena, il quale ha preannunciato che saranno ospitati i più grandi artisti della scena teatrale internazionale, ma che è stata dedicata una speciale attenzione alla scena svizzera.

La tematica attorno alla quale ruotano tutti gli appuntamenti previsti, lo si è preannunciato, sono le impressioni che gli artisti hanno sulla realtà. Gli spettacoli che rientrano propriamente nel teatro-documentario sono: Granma. Trombones from Havana del collettivo svizzero-tedesco Rimini Protokoll: la storia delle famiglie di alcuni giovani ragazzi cubani sono intervallate da domande fondanti sulla situazione politica e sociale di oggi; Hate Radio del bernese Milo Rau, che tratta della stazione radio ruandese che giocò un ruolo cruciale nel genocidio della minoranza Tutsi nel 1994; Minefield, dell’argentina Lola Arias, che riunisce in scena veterani argentini e inglesi della Guerra delle Malvinas; Imitation of life, dell’ungherese Kornél Mundruczó, che traendo ispirazione da un violento crimine realmente accaduto a Budapest nel 2015, mette in luce le contraddizioni della società odierna; Macbeth, le cose nascoste, ideato e diretto dallo stesso Rifici, indaga l’anima e l’inconscio degli attori, e il rapporto del mondo contemporaneo con la pulsione e il desiderio.

LAC Factory presenta tredici produzioni e coproduzioni, sei delle quali al loro debutto assoluto. La compagnia ticinese Trickster-p tornerà al LAC con Book is a book is a book, progetto scenico in cui lo spettatore, guidato da auricolari, compie un viaggio tra le immagini, i suoni e le parole di un libro inedito. Il talentuoso regista Leonardo Lidi si misura con Lo zoo di vetro, celebre opera teatrale di Tennesse Williams, in cui indaga il tema delle dinamiche familiari.

Un’attenzione particolare sarà dedicata a Goldoni. Il ticinese Igor Horvat firma la regia de La bottega del caffè, una vicenda dal meccanismo teatrale perfetto, piena di equivoci e travestimenti che arrivano ad avere il sopravvento sui personaggi della commedia. Giuseppe Emiliani presenterà La casa nova, che mette in luce le smanie di arrivismo di una classe borghese alla ricerca di un prestigio nobiliare che non le appartiene. Infine, Serena Sinigaglia, dirige La bancarotta, sul testo di Vitalino Trevisan: a partire dal testo di Goldoni, viene delineata una caustica rappresentazione dell’Italia di oggi.

Traggono ispirazione da importanti opere letterarie anche Scene da Faust di Federico Tiezzi, che affronta il mito goethiano di Faust, sapiente studioso che per ottenere conoscenze ancora più vaste, potere e giovinezza, vende la propria anima a Mefistofele; Ifigenia, liberata di Angela Demattè e Carmelo Rifici, che indaga l’uso della violenza, sia a livello macroscopico sia nel microcosmo familiare; e Antigone di Sofocle, riadattata da Massimiliano Civica. La nuova traduzione del testo mette in luce il fatto che Sofocle accomuna Antigone e Creonte in una identica colpa, la superbia, che condurrà entrambi a un tragico destino.

Vi saranno ben sedici lavori che vedranno protagonista la scena svizzera. Si avrà l’occasione di vedere o rivedere Donka–una lettera a Čechov e Bianco su Bianco, due grandissimi successi della Compagnia Finzi Pasca. Sarà presente anche Gardi Hutter, che torna a Lugano con La sarta. Tra le protagoniste della danza svizzera del nostro tempo, Yasmine Hugonnet presenta a Lugano Chro no lo gi cal, lavoro che si ispira al De rerum natura di Lucrezio; Phillippe Saire torna al LAC con Actéonil balletto di Basilea, una delle quattro compagnie elvetiche dal grande repertorio classico, arriva per la prima volta al centro culturale per presentare Carmen. Tabea Martin, torna con il suo nuovo lavoro Nothing Left. A Lugano verranno inoltre ospitate le nuove creazioni di Teresa Vittucci, Alessia Della Casa e Simon Senn.

Il Teatro dell’Elfo, compagnia milanese che con il suo lavoro ha scritto la storia recente del teatro italiano, presenterà Angels in America – Si avvicina il millennio di Tony Kushner, prima parte di un grande successo che hanno deciso di riallestire, e Diplomazia. Una notte per salvare Parigi, testo del francese Cyril Gely.

È dedicato alla creatività femminile Il corpo in scena, ove sono protagoniste tre artiste, donne di generazioni e poetiche assai diverse che hanno posto al centro della loro creatività il lavoro sul corpo: Emma Dante, Silvia Costa e Michela Lucenti.

La vis comica sarà assicurata da artisti come Giacomo Poretti, già attore del celebre trio italiano, qui autore e protagonista di Fare un’anima, e da due comiche amatissime come Geppi Cucciari (in Perfetta), Teresa Mannino e Giovanna Donini (in Sento la Terra girare). Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti e Paola Quattrini saranno presenti in Se devi dire una bugia dilla grossa, cavallo di battaglia della ditta Dorelli, qui riallestita dal figlio Gianluca. Altro attesissimo ospite è Luca Argentero; in È questa la vita che sognavo da bambino?, diretto da Edoardo Leo, racconta le storie di grandi personaggi che hanno inciso profondamente nella società, nella storia e nella loro disciplina: Luisin Malabrocca, Walter Bonatti e Alberto Tomba, tre sportivi italiani che hanno fatto sognare, tifare, ridere e commuovere varie generazioni di italiani.

Tornano anche i Legnanesi e musical da non perdere come Hair. The Tribal Love Rock Musical, Ghost, A Chorus Line, We Will Rock You. Quest’ultimo deriva il nome dal successo omonimo dei Queen ed è scritto in collaborazione con due suoi componenti: il batterista Roger Taylor e il chitarrista Brian May. Ospite anche la compagnia australiana Circa con il loro Humans.

Un appuntamento da non perdere è quello del 26 gennaio. In occasione della Giornata della Memoria, Noa presenterà Letters to Bach. Ferma sostenitrice della pace, ha portato il suo messaggio sui palcoscenici più prestigiosi del mondo. La sua voce melodiosa e modulata e le profonde qualità umane, fanno di Noa la giusta testimone per esprimere il ricordo della Shoah.

Sempre più diretta e intensa è la collaborazione con il FIT Festival Internazionale del teatro e della scena contemporanea e con la direzione artistica coerente e rigorosa della direttrice Paola Tripoli, così come quella con LAC edu e la Rassegna Senza Confini di Teatro Pan. Prosegue anche il consolidato legame con la Rassegna HOME al Teatro Foce e la collaborazione, sempre al Foce, con il Centro Artistico MAT, diretto da Mirko D’Urso.

La stagione si chiude con La Traviata di Giuseppe Verdi, opera concepita per lo Sferisterio di Macerata e replicata in tutto il mondo. Diretta da Henning Brockhaus, regista collaboratore di Strehler, sarà eseguita dall’Orchestra della Svizzera italiana e dal Coro della Radiotelevisione svizzera, sotto la guida di Markus Poschner.

Sito ufficiale e programma completo: https://www.luganolac.ch

Lucrezia Greppi

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