In nome della Divina Provvidenza

Esce per Fontana Edizioni, “In nome della Divina Provvidenza” di  Carlo Oliboni,  racconto, biografico, vivo e toccante, di una fanciullezza trascorsa lontano dalla famiglia, tra le severe mura di un collegio retto da religiosi, nella Pollegio della metà degli anni ’50 del secolo scorso.

Carlo, un “figlio di nessuno” cresce e matura precocemente a contatto con persone rigorose, rigide, che gli insegnano la disciplina e le regole con le quali affrontare le varie tappe della vita. Un ragazzo dal carattere ben definito già in giovanissima età: uno spirito ribelle, che ragiona costantemente ed è costretto spesso ad ubbidire e ad adattarsi a decisioni che non comprende e non condivide quasi mai. Sempre confrontato con una religione fatta soprattutto di obblighi, divieti e imposizioni, prescritta dall’alto senza la possibilità di discutere. Una pratica su cui incombevano concetti troppo complessi da capire e a cui uniformarsi e che spesso non aiutavano a capire il perché di certi avvenimenti: provvidenza, libero arbitrio, misericordia divina, vita eterna… Carlo non divide il mondo in buoni e cattivi, non descrive una realtà tutta bianca o tutta nera. Ragionando continuamente trova lati positivi e negativi in ogni aspetto del vivere, in ogni piega dell’esistenza. Alla costante ricerca di una verità sempre in divenire.

Il racconto procede come se fosse una lunga e tortuosa scala a chiocciola. Nell’apparente ripetitività di stagioni che sembrano replicarsi all’infinito, il giovane Carlo cresce, cambia, vede le cose da un’altra prospettiva, da un gradino più in alto. Gli anni passano e anche i compagni di viaggio si alternano e danno al ragazzo nuovi stimoli, nuove certezze e nuovi dubbi. Quasi sempre il protagonista è costretto ad affrontare le varie tappe della vita da solo: la madre è assente, lontana, il papà è morto quando lui era ancora molto giovane, lasciandogli ricordi fatti di un misto di rimpianti, di rabbia, di tenerezza, di parole non dette. Qualche appoggio gli viene dai fratelli, da alcuni insegnanti dotati di umanità e lungimiranza, dalle suore, da individui incontrati casualmente lungo la via. Ma è poca cosa: Carlo è costretto a far fronte da solo al proprio destino, ad imparare in fretta, a lottare costantemente, ogni giorno, contro le difficoltà di un’esistenza che la maggior parte dei suoi coetanei ignora.

 

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