La crociera di Gianluca Niero (2)

Canale di Suez. © Kurbanova

Vi propongo la seconda puntata della navigazione partita da Genova il 18 ottobre 2019 e che ha toccato successivamente Creta, il Canale di Suez, Israele, Giordania, Corno d’Africa.

 

21 ottobre

Ci svegliamo a Creta. Con calma andiamo in paese. A Chania. Bellissimo e salutare bagno mattutino in acqua trasparente, a fianco dei bastioni veneziani. M. sale su un albero per prendere quattro melograni. Molto dolci. Poi in un bar beviamo anche succo di melograno. Passeggiamo per le viuzze del centro storico e del porto. M. decide di rischiare il ritardo per andare a fotografare un albero visto precedentemente. Non lo troverà ma arriva in orario.

 

22 ottobre

Giornata di navigazione. Niente da raccontare. Si arriva a porto Said col buio. C’è attesa per entrare nel Canale di Suez. La sera Champions League in televisione. Si entra nel Canale di notte.

 

23 ottobre

Mattina tempestosa sulle rive del canale di Suez. © Kurbanova

Sveglia sul Canale di Suez. Piove. M. fotografa un lampo. Vedo due treni passeggeri. Il ponte dell’Amicizia e Il ponte ferroviario. Ambedue inutilizzati. Passiamo Ismailia, città molto grande sui laghi. Forse vedo la casa di Ferdinand de Lesseps. Alla conferenza sul canale di Suez, svoltasi ieri nel grande teatro di bordo, avevo visto la diapositiva della casa dove abitò, durante i lavori, l’ingegnere francese che aveva realizzato l’opera, inaugurata nel 1869, basandosi sul progetto del collega trentino Luigi Negrelli, all’epoca appena scomparso. La casa vista dalla nave mi sembra quella, ma non ho conferme. Gli esseri viventi a bordo aumentano di qualche centinaia di fastidiose mosche. Attesa ai grandi laghi. Verso sera ci si muove. Bel tramonto. Sole rosso dietro le montagne del Canale di Suez. Dall’altra parte il sabbioso Sinai. Grande traffico, grandi navi container come Yang Ming e Evergreen.

 

24 ottobre

Alba Rossa su Arabia Saudita. Ritardo all’arrivo, ritardo all’approccio, ritardo nei controlli e nel rilascio dei permessi da parte delle autorità israeliane. Usciamo alle quattro del pomeriggio e facciamo un deludente bagno nel Mar Rosso a Eilat. Eilat non è molto più pulita di Aqaba. Vedo solo tre pesci di cui uno morto galleggiante. Passeggiata vicino ai grandi alberghi, una zona più bella e più pulita. Tanti parlanti russo. M. telefona al suo compagno, Anton. Rientriamo. La mia opinione sulla “gente dei grandi sorrisi” non è migliorata.

 

25 ottobre

Petra, Giordania. © Kurbanova

Aqaba, Giordania. M. parte per escursione a Petra. Io vado a passeggiare ad Aqaba. Riesco a trovare un hotel con un computer per controllare la posta. C’è anche una comoda toilette. La spiaggia però non si può usare. È riservata. Quella pubblica è animata ma sporca. Oggi è venerdì, giorno festivo per i musulmani. Tante famiglie sulla riva. Rientro per riposare e bere un tè. M. ritorna, soddisfatta da Petra che io avevo già visto nel corso di un altro viaggio. Afferma che per lei è stato il giorno più bello finora.

 

26 ottobre

In navigazione. Al pomeriggio grande quiz. M. rifiuta di giocare e così facendo priva la nostra squadra di un paio di punti (come ho scoperto dopo, verificando che avrebbe saputo un paio di risposte). Chiusura del ponte 7 esterno, luci soffuse. Sono le misure di sicurezza per non attirare i pirati.

 

27 ottobre

Ancora in navigazione. Dopo una intensa partita a ping-pong, andiamo a bere al buffet e vediamo cinque-sei delfini, li vediamo bene ma per pochi istanti. Saltano come nei documentari. Più tardi ne vedo altri, ma solo le pinne affioranti. Siamo al largo dell’Eritrea non lontano dalle isole Dahlak. A cena sentiamo la storia personale di Fawsi, il cameriere indonesiano. La mamma è morta, lui ha fratelli minori che ha sempre aiutato con il suo stipendio. In passato ha fatto molti lavori diversi e ha sviluppato varie abilità, come creare piccole figure di animali con la carta, tovaglioli e asciugamani. Ci dà qualche esempio; inoltre ci fa vedere qualche trucchetto da prestigiatore, la sua manualità è evidente. Vorrei anche nominare il secondo cameriere che è agli ordini di Fawsi, Manibal dello stato indiano del Tamil Nadu. Ha portamento eretto, carnagione scurissima, propria degli indiani del sud, denti bianchissimi; al contrario di Fawsi, non sta facendo il lavoro che preferisce. Sta soffrendo un po’. Ce lo dice ma non lo dimostra. Non è disorientato, è intelligente, presente, gentile.

 

28 ottobre

Sempre in navigazione. Facciamo altri otto punti al quizzone, ma forse non basterà per vincere. Bel tramonto. Poco prima un aereo militare ci sorvola. Starà cacciando i pirati? Stasera chiuso anche il ponte 14. Siamo proprio sul Corno d’Africa, la zona sulla costa più pericolosa.

 

29 ottobre

Sempre in navigazione. A pranzo avvistata una tartaruga solitaria. Questa mattina per la prima volta il mare è un poco mosso. Onde ampie, lente, non cattive. M. sente un po’ di mal di mare. Dura poco. Una rondine? In aria, non in acqua. Ma siamo lontani dalla terra ferma. A proposito, l’aereo di ieri era giapponese!!! Lo ha identificato Stefan, un sudafricano con l’hobby della fotografia, dotato di megaobiettivo. Cosa ci fa un areo militare giapponese al largo del Corno d’Africa? Vuole contrastare i pirati? O i cinesi che hanno la loro unica base fuori territorio, a Gibuti? Mi domandavo questo prima di scoprire che anche il Giappone ha una base militare a Gibuti, la prima in territorio estero. Oggi nove punti al quiz. Alla sera c’è quello dei film, la materia di M. Ma si rivela nulla. Forse perché i film da indovinare sono hollywoodiani?

2. Continua

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