La crociera di Gianluca Niero (4)

Siamo giunti alla penultima puntata. Si passa l’equatore e la nave arriva alle Seychelles, puntando dopo verso le Mauritius.

 

5 novembre

Vinto (ex aequo) il quiz delle capitali. 15 su 15. Ancora pesci volanti. Neptune’s Party, le navi l’organizzano sempre al passaggio dell’equatore, per ingraziarsi il dio del mare. Praticamente si tratta di una carnevalata. Gli addetti addobbano il ponte esterno, uno si veste da Nettuno con il tridente; anche i passeggeri possono travestirsi o agghindarsi. Un po’ di musica. Chi vuole danza, qualche schiamazzo e tutto rientra. M. chiede se all’equatore si vede una linea…

 

6 novembre

Seychelles, spiaggia selvaggia. © Kurbanova

Tuoni, lampi, fulmini, saette. Pioggia. Il tutto spettacolare. Scendiamo a Victoria, Seychelles. Bella vista sulle isole vicine e sulle montagne, all’approccio al porto. Andiamo a cambiare dei soldi per prendere un bus pubblico. Sosta a Anse Royale. Il bus pubblico fa proprio un bel giro che permette di vedere le varie baie e di fermarsi a piacimento per un bagno e poi prendere un bus successivo. Le baie delle Seychelles sono per me tra i più bei luoghi per chi ama fare vita da spiaggia, passeggiare sulla rena, fare dei bagni in mare, stendersi all’ombra di una palma e gustare una noce di cocco, osservare il mare e la costa. La sabbia è chiara, le spiagge ampie, la vegetazione rigogliosa e non sono affollatissime. Non ci sono ombrelloni. Port Launay. Altro bel bagno.

Da Port Launay prendiamo un bus che ci avvicina alla montagna Le Morne Seychellois. Arriviamo all’inizio della salita per il Morne. Manca poco al tramonto. Non sarebbe una buona idea salire adesso. M. naturalmente va. Io desisto. Aspetto, tanto c’è un belvedere anche qua. Mi preoccupa il buio per la discesa di M. ma vengo a sapere che c’è ancora qualche turista su in possesso di una pila. Quando M. ritorna dice che la vista non era molto migliore di quella che avevamo ai piedi del monte. È ora di tornare ma non conosciamo gli orari dei bus. Ci incamminiamo ma Victoria è troppo lontana per essere raggiunta a piedi, ci basta fare un cenno e si ferma un’auto con una coppia anglo-finlandese che ci dà un passaggio. Giornata stancante anche perché un ultimo tratto a piedi lo dobbiamo per forza fare. Comunque positiva. Bella doccia e cena meritata.

 

7 novembre

Gianluca e l’oceano. © Kurbanova

M. si alza per andare a prendere il battello per l’isola di Praslin (si dice che sia la più bella). A me va bene Mahé. A colazione vedo M. che ritorna. Il battello era troppo caro. Meglio così. In bus andiamo a Beau Vallon. Bellissima spiaggia. Ci arriviamo presto ed è semideserta. Poi quando inizia a far caldo, ci mettiamo all’ombra. E ci rechiamo in un hotel per utilizzare internet. La mattina, durante lo Snorkeling, M. ha visto una gabbia sott’acqua e mi vuole convincere ad andare con lei a romperla per liberare i pesci (forse è un sistema illegale per catturare pesci tropicali?). Gli argomenti per rifiutare sono parecchi, ma M. vuole a tutti i costi rompere la gabbia. Non ce la fa. Poi chiederà informazioni a gente locale e verrà “rassicurata”. In seguito, in città, verrò a sapere che la gabbia era un tipo di gabbia storica, ne vedo un esemplare al museo della città, che è ospitato in un bel edificio coloniale. Il giardino è aperto ma il museo è chiuso. È nel giardino che vedo la famosa gabbia per pesci tradizionale. M. inoltre in spiaggia litigherà con il venditore di cocco, in quanto trova il prezzo troppo alto e in più pensa di essere stata gabbata con il cambio. Le spiego che non è così. I bravi venditori di cocco, che vidi in un precedente viaggio compiuto nelle Filippine, praticano un piccolo foro con un coltellaccio per inserirvi una cannuccia. Una volta succhiato il nettare, essi sono a disposizione e con lo stesso coltellaccio aprono la noce in due e senza toccare la parte commestibile con le mani, ricavano dal legno interno una specie di cucchiaio con il quale si può raschiare la polpa e portarla alla bocca, il tutto igienicamente. Nel pomeriggio a bordo vinco un quiz e ottengo una maglietta. Nessuno aveva riconosciuto nella diapositiva le effigi di Dante e Beatrice. Finalmente un po’ di giustizia. Di solito ci sono molte più domande per anglosassoni, come se la cultura mondiale, a bordo delle navi da crociera, comprendesse solo loro. Oggi il capitano ci ha lasciato, perché è stato sostituito da un altro ufficiale. Non sapremo mai le ragioni.

 

8-9 novembre

Non ho scritto niente. Si avvicina la fine. C’è un po’ di tristezza. Comunque due belle giornate di navigazione verso Mauritius.

 

10 novembre

Mauritius, cascate di Charamel. © Kurbanova

Io e M., insieme a Laura e Claudio, trattiamo con un autista-guida un buon prezzo per portarci in giro oggi e domani. Oggi vediamo il cratere del vulcano dormiente Trou-aux-Cerfs, il lago Grand Bassin (lago vulcanico che si trova a 550 m sul livello del mare), il lago sacro Ganga Talao, presso il quale si trova un tempio indù, luogo ammantato di leggende, meta di pellegrinaggi, ogni anno migliaia di fedeli si radunano qui per rendere omaggio a Shiva (però a me i templi indù non trasmettono un senso di spiritualità come quella che  trovo in alcuni templi buddisti, moschee o chiese ortodosse), il parco Chamarel, che ospita rari uccelli, tartarughe giganti, due delle quali erano già nate ai tempi del crollo della borsa di New York, nel ‘29 e panorami ugualmente straordinari, con le cascate e il fantastico cromatismo delle sette terre, le dune cangianti a seconda dell’ora del giorno, fino alla punta di Le Morne, una spiaggia, un cocco da bere.

4. Continua

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