La fascinazione della vita nell’incontro fra danza e tecnologia
La comunicazione scientifica è al centro degli obiettivi che si pone L’Ideatorio, il centro creato dall’Università della Svizzera Italiana (USI) nella sede della ex casa comunale di Cadro, ora luogo di esposizioni, animazioni, laboratori didattici e di un planetario astronomico orientato alle scuole e al grande pubblico.
Una destinazione molto frequentata che ha da poco inaugurato i suoi spazi anche a performance artistiche. Un’iniziativa intelligente e soprattutto utile per diffondere il dialogo e la comunicazione con la cultura scientifica, in una ricaduta multidisciplinare della scienza e della tecnologia sulla società.
In questo senso va interpretato il recente debutto di Spóros, un’accattivante performance in cui informatica, video, fotografia e musica si incontrano con la danza grazie a un’articolata esplorazione in cui il videodesign si sposa con il movimento del corpo.
Nelle sue linee programmatiche Spóros utilizza la performance dal vivo, dell’arte visuale digitale e il sound design per esplorare le forme della trasformazione verso la vita.
Con uno spettacolo breve e intenso, la storia ben definita di un excursus di forme ci viene raccontata attraverso immagini sintetiche, suggestive, da una ragnatela di fili mossi dal movimento lento e graduale del corpo nello spazio prendono vita forme e colori.
Un brodo primordiale che attende solo di espandersi per trovare, come per una sua cellulare gemmazione, l’animazione che trasforma il movimento in respiro costante, in vita: la favola di un’entropia del colore in cui si anima nel significato dell’esistenza.
Spóros è una riflessione metafisica dai risvolti zen sulla nascita della vita resa possibile dalla scelta di una trasformazione in cui la declinazione della danza contemporanea si appropria del linguaggio videoartistico in un percorso lento, graduale, meticoloso e spirituale, affascinante, avvolgente e intenso.
Artefici di un eccellente risultato giocato sull’arco di una mezz’ora circa è l’incontro dell’artista multimediale Roberto Mucchiut con la danzatrice contemporanea Elena Boillat.
Mucchiut, già noto per la sua collaborazione con molti progetti teatrali, di danza contemporanea, musicali e visuali, è al suo vero debutto in un concetto e regia di cui è protagonista e autore.
Utilizzando forme lineari interattive, dal grigio e bianconero a sviluppi floreali colorati sulle nude pareti di uno spazio dell’Ideatorio, l’artista riesce a creare un’atmosfera di trasformazione che diventa, come spiega, «consapevolezza del mondo e della nostra vita» fino a trasformarsi in veri e propri quadri.
Spóros, inoltre, è un’operazione in cui si integra perfettamente e con straordinaria intensità, la ricerca sul movimento di Elena Boillat.
Il suo profilo contemporaneamente antico, austero e modernissimo, la sua concentrazione, l’armonia del movimento uniti a un controllo perfetto del disegno espressivo del corpo sono parte integrante e irrinunciabile di una coreografia fortemente riuscita. Con la supervisione (che spesso chiamano occhio esterno) di Francesca Sproccati.
Il tutto per una performance esibita sull’arco di due serate ma che meriterebbe di essere apprezzata anche in altre sedi e di uscire dal recinto, sempre così stretto, della realtà ticinese.
Giorgio Thoeni