La lettura in crisi. Dopo il crollo nel lockdown, segnali di ripresa.
Durante il lockdown c’è stata una reale riscoperta dei libri e del valore della lettura? Le indagini in merito sembrano dirci il contrario, segnalando un forte calo dei lettori e della domanda di acquisto. La pandemia ha acuito tendenze già consolidate – le statistiche ci dicono che leggere un libro è un’attività a cui gli italiani dedicano prevalentemente meno di un’ora continuativa al giorno – e favorito nuove abitudini: a tv, social e smartphone, che già assorbivano gran parte del nostro tempo, si è aggiunta la didattica online, lo smartworking e la lettura di giornali. Di conseguenza, il tempo a disposizione e la serenità necessaria per leggere sono venuti a mancare. Se si aggiunge a questo la desertificazione dei luoghi dove procurarsi i libri durante la quarantena, non stupisce che il mercato libraio sia precipitato. L’emergenza sanitaria ed economica, e il timore di contagio, ha portato con sé anche una forte sfiducia a partecipare ad attività culturali, come frequentare festival letterari o andare a teatro. Illumina questo quadro a tinte fosche un segnale di speranza: dopo la riapertura, il calo delle vendite di libri si è attenuato e sono risalite le quote di mercato delle librerie rispetto agli store online. Nel seguito la presentazione delle tre più recenti indagini di lettura in Italia, che fanno riferimento al periodo prima, durante e dopo il lockdown.
La lettura nei mesi dell’emergenza sanitaria. Indagine Cepell-AIE, 16 luglio 2020.
Lockdown: Il crollo dei lettori e delle vendite dei libri
L’Associazione Italiana Editori (AIE), in collaborazione con il Centro per il Libro e la Lettura (Cepell) e l’istituto Pepe Research, ha condotto un’indagine su “La lettura nei mesi dell’emergenza sanitaria”, che analizza i comportamenti di lettura e di acquisto di libri, e-book o audiolibri tra marzo e aprile 2020. Dalla ricerca emergono quattro dati allarmanti. Il calo dei lettori “deboli”: a marzo 2019 il 73% degli italiani (15-74 anni) dichiarava di aver letto almeno un libro, un e-book, o ascoltato un audiolibro. A maggio 2020 lo ha fatto il 58%. Nei mesi di marzo e aprile 2020 il valore scende al 50%. Il calo dei lettori “forti”: coloro che leggono almeno dodici libri all’anno passano da 4,4 milioni nel 2019 a 3,5 milioni nel 2020. Il calo delle vendite: i lettori che hanno acquistato libri nei dodici mesi precedenti passano dal 63% nel 2019 al 35% nel 2020. Se i lettori forti nel 2019 generavano acquisti per 51,4 milioni di copie, questo valore crolla a 30,2 milioni di copie nel 2020 (-41%). Durante il lockdown è esplosa la percentuale di lettori (51%) che ha letto libri presenti nella biblioteca di casa; si è affidato agli store online il 39% dei lettori, mentre le librerie sono crollate dal 74% al 20%. L’aumento dei non lettori: si passa dal 42% nel 2019 al 50% nel 2020. Quasi la metà (il 47%) di chi tra marzo e aprile non ha letto alcun libro, nessun e-book, non ha ascoltato un audiolibro, indica come prima ragione la mancanza di tempo; il 35% la mancanza di spazi tranquilli; il 33% le preoccupazioni; il 32% afferma di aver dedicato più tempo alla lettura di giornali e periodici (di carta e online) rispetto a quella dei libri.
I numeri dell’indagine Cepell-AIE da un lato, confermano le criticità per la lettura e la filiera del libro, e dall’altro pongono l’accento su nuove tendenze. Il saldo tra chi dice che aumenterà la sua lettura di libri “quando tutto riaprirà” e chi invece immagina di diminuirla è positivo per appena il 4,7%, ma tutti i comportamenti correlati hanno invece indici negativi: comprare libri (-5,1%), utilizzare il prestito digitale (-15,7%), frequentare festival letterari e Fiere (-33,5%). L’indagine mette in luce anche altri aspetti connessi al mondo culturale, altrettanto allarmanti: visitare musei e mostre (-27,1%), andare al cinema (-27.8%), andare a concerti (-34,6), andare a teatro (-39,1).
Rapporto annuale 2020 – La situazione del paese. Indagine Istat, 3 luglio 2020.
Aumentano i lettori di quotidiani, diminuiscono i lettori di libri.
Un ulteriore recente indagine sull’uso del tempo durante il lockdown fa emergere dei dati in apparente contrasto con la ricerca appena presentata. Secondo il “Rapporto Annuale 2020 – La situazione del Paese” dell’Istat durante i mesi di quarantena forzata il numero degli italiani dediti alla lettura è raddoppiato; per la precisione, sono passati dal 29,6% al 62,6% della popolazione. L’indagine Istat, tuttavia, non fa distinzioni tra i lettori di libri e i lettori di quotidiani, come invece avviene nell’indagine Cepell-AIE. Questi dati si riferiscono infatti ai lettori di libri, riviste, quotidiani e simili, sia su supporto digitale, sia cartaceo. Quando invece vengono considerati solo i lettori di libri, Istat segnala che in meno di 10 anni, dal 2010 (anno di picco) al 2019, la quota di lettori di libri è scesa dal 45,2% al 38,4% (sul totale della popolazione di 18 anni e più), con un calo che ha toccato in particolare la fascia di età tra i 35 e i 64 anni, oltre a bambini e adolescenti. Nell’indagine, inoltre, si precisa che durante il lockdown la quota di lettori di quotidiani è aumentata: 4 persone su 10 hanno letto almeno un quotidiano (su supporto digitale o cartaceo).
Il mercato alla prova della ripresa. Indagine Nielsen-AIE, 28 luglio 2020.
Post lockdown: segnali di ripresa del mercato libraio
La nuova ricerca dell’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE), sulla base di dati Nielsen e Informazioni Editoriali (IE), dà segnali di speranza: mentre al 18 aprile 2020 la perdita di fatturato del mercato librario rispetto allo stesso periodo del 2019 ammontava al -20%, all’11 luglio la perdita rispetto allo stesso periodo del 2019 arriva quasi a dimezzarsi, al -11%. La ricerca – “Il mercato alla prova della ripresa” – svela, inoltre, una parziale risalita negli ultimi mesi delle quote di mercato delle librerie e della grande distribuzione rispetto agli store online. All’11 luglio le vendite nei canali fisici (librerie e grande distribuzione) recuperano quote di mercato rispetto al 18 aprile, passando dal 52% al 56%, mentre gli store online passano dal 48% al 44%.
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Lucrezia Greppi