La pandemia riduce le distanze tra la musica e le persone
Dalla musica, alla danza, al teatro, passando per la letteratura, il design e le arti visive: la scena culturale è stata duramente colpita dalla crisi causata dalla pandemia. Nuove forme per la fruizione di cinema, spettacoli, concerti e visite al museo sono state sperimentate e tra queste “la modalità in remoto”. Con il supporto di varie piattaforme digitali è stato possibile raggiungere – certamente non senza limiti – il fruitore abituale, ma anche chi di norma non sarebbe mai andato a vedere un musicista suonare dal vivo o un attore recitare su un palco teatrale.
Per la musica classica questo cambio (forzato) di paradigma, nella modalità in cui l’arte si dà, può servire a ridurre le distanze tra le note e le persone.
In pieno lockdown, Paolo Paolantonio, ricercatore per il Dipartimento di Ricerca e Sviluppo del Conservatorio della Svizzera italiana, ha realizzato un ciclo di nove incontri di musica classica in una casa anziani in Ticino usando la piattaforma di videocomunicazione Zoom. «Un’esperienza positiva» – ricorda Paolantonio – «che ha permesso ai residenti interessati di godere della musica, anche direttamente dalle loro stanze, senza doversi spostare». Ma c’è di più. Gli incontri musicali online hanno indicato la strada per rendere fruibile la musica classica non solo alle classi colte. Zoom ha permesso di sentirci parte di una community, un gruppo di persone raccolte per il piacere di ascoltare una serie di brani classici e senza rapporti di gerarchia e soggezioni. «Durante un concerto di musica classica o una presentazione si crea quasi inevitabilmente una distanza tra musicisti e pubblico, mentre – continua Paolantonio – la tecnologia ha in qualche modo democratizzato la musica e può facilitare l’interazione tra i musicisti e gli ascoltatori. Credo dunque che la pandemia ci inviti a confrontarci anche con nuove modalità di fruizione della musica classica: benché il contatto umano e l’ascolto dal vivo siano sicuramente preferibili, la tecnologia può aiutare a portare la musica in più strutture contemporaneamente, realizzando degli eventi altrimenti impensabili e con costi accessibili. Le nuove modalità di ascoltare la musica classica, tra l’altro, potrebbero contribuire al suo apprezzamento anche tra i più giovani».
Valeria Camia