La parola figurata di Dante Isella

A distanza di poco più di un decennio dalla scomparsa di Dante Isella, la Biblioteca dell’Accademia di Architettura di Mendrisio, nella serata di ieri sera, ha ricordato il noto filologo e critico varesino. Oggetto della conferenza, fortemente voluta dalla figlia di Isella (Silvia), sono stati in particolare tre recenti contributi: Dante Isella tra lettere e arti, 1922-2007 (Edizioni del Galluzzo, 2017), Dante Isella, La Milano dei Navigli. Passeggiata letteraria (Officina libraria, 2017), Dante Isella, Amici pittori. Da Guttuso a Morlotti (Archinto, 2018).

Ad esemplificare il contenuto e mostrare il valore del primo libro menzionato è stato Renato Martinoni, professore di Letteratura italiana all’Università di San Gallo, membro della “Società Dante Alighieri”, e presidente del “Collegium Romanicum”. Allievo di Dante Isella, nonché a suo tempo amico dello stesso, chiarisce sin da subito che per apprezzare il libro bibliografico in questione – Dante Isella tra lettere e arti, 1922-2007– è necessario che il lettore varchi le “porte” dei titoli per andare a scoprire il senso di quello che essi sottendono; solo così un asettico elenco di titolo e date assume valore.

Questa bibliografia, curata da Pietro de Marchi e Guido Pedrojetta (anch’essi presenti alla conferenza), tiene conto, anno per anno, del lavoro critico e filologico di Isella, dall’immediato dopoguerra al 2007 (con l’aggiunta di alcuni scritti postumi). La quantità di testi editi e commentati da Isella è immensa; tuttavia, chiarisce subito Martinoni, tali pubblicazioni sono state sempre condotte con grande cura e passione, e mai guidate dall’interesse. La produzione letteraria dell’erudito si focalizza in particolare sugli scrittori lombardi (dal Quattrocento al Novecento), sia in lingua che in dialetto (tra questi, Maggi, De Lemene, Parini, Porta, Manzoni, Tessa, Gadda, Fenoglio, Sereni). Gli studi dello scrittore varesino non si limitano però a questi autori; oggetto delle sue minuziose analisi (condotte con un attento metodo, appreso dal suo maestro, Gianfranco Contini) sono anche gli scritti di Vittorini, Montale, Fenoglio, Giacomini, Guerra, Baldini, nonché Dante, Tasso, Foscolo, De Sanctis e D’Annunzio.

L’omaggio a Dante Isella è poi proseguito con l’intervento di Carla Mazzarelli, docente di Storia dell’arte moderna (presso l’Istituto di studi italiani dell’USI) e di Museologia (all’Accademia di architettura di Mendrisio). La professoressa si è soffermata sui volumi La Milano dei Navigli e Amici pittori, editi in formato tascabile. La relatrice invita tutti a dedicare a questi leggeri (nella forma) ma densi (nel contenuto) volumi l’attenzione necessaria per gli scritti di Isella, che coniugano alla parola un’attenzione particolare alle immagini. «Accompagnare, restituire, avvicinare», queste sono le chiavi di accesso per i due volumi in questione, secondo Mazzarelli. Ne La Milano dei Navigli le immagini (assenti nel volume originale) sono parte integrante e dialogante con il testo. In questa operazione di accompagnamento-avvicinamento, commenta Mazzarelli, non si può che riconoscere il pensiero di Roberto Longhi, espresso in apertura alla rivista Paragone: «[…] L’opera non sta mai da sola, è sempre un rapporto. Per cominciare: almeno un rapporto con un’altra opera d’arte. […] È dunque il senso dell’apertura di rapporto che dà necessità alla risposta critica. Risposta che non involge soltanto il nesso tra opera e opere, ma tra opera e mondo». A restituire questo importante rapporto tra parola e immagine è stato il curatore de La Milano dei Navigli, Giovanni Agosti, professore di Storia dell’arte moderna all’Università degli Studi di Milano. Presente alla conferenza tenutasi ieri sera a Mendrisio, Agosti ha qui chiarito le difficoltà che ha incontrato in questo progetto editoriale (la prima pubblicazione di questo libro, del 1987, lasciò insoddisfatto il suo autore), conscio della cura che Isella ha sempre riservato per le edizioni dei suoi libri.

Il rapporto tra parola e immagine è centrale anche in Amici pittori, che presenta la raccolta – secondo un progetto già ideato e delineato da Isella – degli interventi di Isella dedicati a “testi” figurativi, di artisti amici; tra questi Morlotti, Francese, Della Torre, Broggini, Valenti, Negri e Guttuso (autore del dipinto posto preliminarmente a questo breve resoconto, dal titolo il Tramonto sul lago di Varese, facente parte della collezione Isella).

Chiudono la serata i curatori della recente bibliografia trattata, Pietro de Marchi e Guido Pedrojetta. Il primo, a riconferma della varia produzione letteraria dello scrittore, ci segnala una poco nota e divertente traduzione di Isella: Un conto che non torna, di Wolfdietrich Schnurre, trasposta dal tedesco in dialetto milanese. Infine, Pedrojetta, rivolge un monito che non possiamo che condividere: l’esortazione a leggere gli scritti di Isella, viatico e viaggio di formazione per i più giovani.

Lucrezia Greppi

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