La Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst riapre al pubblico con due mostre

La Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst (Via Pinacoteca Züst 2, Rancate, Mendrisio), in occasione della riapertura primaverile (14 aprile – 25 agosto 2019) propone al pubblico due mostre.

Carlo Storni, “Fuga in Egitto”

La prima, Carlo Storni (1738-1806). Pittore e “coloraro” svizzero a Roma, a cura di Antonio Gili, raduna dodici dei quindici pezzi raffiguranti Storie della Vita della Vergine, e ricostruisce, grazie alle ricerche svolte negli archivi nel Ticino e a Roma, la vita di Carlo Storni, artista che come tanti altri ticinesi emigra nella Città Eterna.

Il nome di Carlo Storni fino a pochi anni or sono risultava infatti praticamente sconosciuto. È solamente nel 2002, in occasione di una esposizione sui tessuti liturgici e gli apparati processionali allestita alla Pinacoteca Züst (I riti e le stoffe, a cura di Anna Lisa Galizia), che per la prima volta venivano presentati al pubblico due dei teleri che ritroviamo in questa sala. L’esposizione è arricchita da documenti sulla famiglia Storni, con la ricostruzione dell’albero genealogico, e da fotografie degli affreschi da lui realizzati a Frascati per la potente famiglia Piccolomini, le uniche altre sue opere che è stato per il momento possibile individuare.

 

Angela Mondini, “Rose in vaso blu”

La seconda mostra permanente, La Zuest dopo Zuest, in occasione dell’apertura primaverile, è stata completamente riallestita presentando le più recenti acquisizioni in sale a tema: dalla natura morta, ai fiori, all’infanzia nell’Ottocento, tra dipinti, libri e giocattoli.

Nella prima sala si possono ritrovare quattro opere che appartenevano a Züst e che aveva donato alla storica segretaria Imelda Hasler (sarà lei a tagliare il nastro in occasione dell’inaugurazione della Pinacoteca), la quale le ha ora volute far rientrare a Rancate.

Si va dalla misteriosa Fuga in Egitto, al piccolo e raffinato acquarello di Giovanni Boldini, a due nature morte di un maestro del genere, Giovanni Sottocornola. A confronto, tre nature morte di Giovanna Béha-Castagnola, acquisite nel 2018.

 

La sala successiva presenta le opere della locarnese Angela Mondini-De Giorgi: si tratta di piacevoli mazzi di fiori che dialogano con un vaso di Rose del suo maestro Bruno Nizzola, giunti per donazione pochi mesi fa. Ad arricchire i confronti, i coloratissimi Crisantemi di Ettore Burzi, accostati a opere di Gioachimo Galbusera e Ugo Cleis.

Il percorso continua con un approfondimento sul mondo dell’infanzia nell’Ottocento. Antonio Rinaldi è presente con i temi della mortalità infantile e del lavoro minorile. La Pinacoteca Züst ha ricevuto di recente un’importante donazione di opere di Valeria Pasta Morelli, figlia del noto dottor Carlo Pasta. Si ripropongono alcuni dipinti che hanno per soggetto il figlio Valerio. Anche Ernesto Fontana figura in questa sala, con un ritratto di bambino che regge un cavallino giocattolo. Il dipinto ha fornito l’occasione per esporre altri passatempi per l’infanzia: un cavallino di legno, una bambola nella sua carrozzina, libri di favole, dei soldatini di piombo, ma anche un curioso “gioco del piccolo prete”, che veniva donato ai bambini da avviare alla carriera ecclesiastica. A completare la carrellata, due raffinati pastelli di Emilio Oreste Brunati.

Nel 2017 la Pinacoteca Züst ha avuto l’occasione di acquistare il Santo Stefano davanti ai giudici del Sinedrio (1526 ca.), una tavoletta del pittore rinascimentale Francesco De Tatti, parte del polittico che ornava l’altare della chiesa di Santo Stefano a Rancate, oggi smembrato e disperso. In una sala al primo piano si espone quindi questo dipinto di grande importanza per la storia del nostro territorio. Accanto ad esso due opere che la Pinacoteca ospita in deposito: una Adorazione del bambino e angeli del Giampietrino (Museo d’arte della Svizzera Italiana, Lugano Collezione Cantone Ticino) e un’Adorazione dei Magi di inizio Cinquecento giunta proprio in questi giorni a Rancate grazie alla generosità di un privato.

Per concludere il percorso, il Ritratto del padre di Giovanni Serodine, qui in deposito (Museo d’arte della Svizzera Italiana, Lugano Collezione Cantone Ticino). La presenza di questo capolavoro va a colmare una lacuna creatasi in questi mesi: i dipinti del celebre caravaggesco asconese, punta di diamante della collezione, sono infatti stati tutti richiesti in prestito in occasione di mostre prestigiose all’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera e al MASI di Lugano. Segno tangibile della considerazione di cui sia il pittore che la Pinacoteca godono ormai anche a livello internazionale.

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