“La pozza del Felice” del ticinese Fabio Andina si aggiudica il Premio Gambrinus

Fabio Andina in occasione della cerimonia di premiazione del Premio Gambrinus.

Il romanzo La pozza del Felice dello scrittore ticinese Fabio Andina, edito da Rubbettino, si aggiudica il Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti” per la letteratura di montagna, alpinismo, esplorazione per la sezione “Montagna: cultura e civiltà”. La cerimonia di premiazione si è tenuta il 16 novembre presso il Parco Gambrinus di San Polo di Pieve. Questa la motivazione della giuria: «Libro raro di un’estrema semplicità che coinvolge il lettore nella vita semplice del protagonista: Felice, un vecchio che trascorre i suoi giorni immutati in una valle delle Alpi svizzere, dove la natura è ancora selvatica e gli uomini sono ancora legati a tradizioni secolari. La bellezza delle grandi cime, dei boschi e dei sentieri scoscesi si intreccia ai gesti semplici di Felice e degli altri abitanti del villaggio. Il narratore è catturato dal fascino di quel mondo fuori dal tempo che riesce a trasmettere attraverso una prosa che nonostante appaia spoglia nella sua sobrietà riesce a mettere in piena luce i luoghi e le persone».

La pozza del Felice ha già ottenuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui l’ambito Premio Terra Nova della Fondazione Schiller, considerato tra le massime onorificenze elvetiche, e del suo stile narrativo, asciutto e contemporaneo, capace di trasportare il lettore in un mondo fatto di silenzio e solitudine dove i sentimenti fanno fatica ad essere raccontati con le parole e si esplicitano semmai in segni concreti.

Grande soddisfazione in casa Rubbettino che negli ultimi anni ha visto crescere il successo e il consenso della propria produzione letteraria con romanzi di qualità che si affiancano alla tradizionale e consolidata editoria di saggistica. Non è forse un caso che da ben due romanzi editi dalla casa editrice siano stati recentemente tratti due film: Anime nere di Francesco Munzi, tratto dall’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco e Aspromonte, la terra degli ultimi di Mimmo Calopresti, tratto dal romanzo Via dall’Aspromonte di Pietre Criaco. Così come non è un caso che alcuni romanzi – è il caso del bellissimo Il cielo comincia dal basso di Sonia Serazzi o, appunto, de La pozza del Felice di Fabio Andina – continuino a mietere consensi di pubblico e di critica e a ricevere importanti riconoscimenti. È il frutto di un lavoro certosino, fatto di scouting e di affiancamento dell’autore, che Rubbettino ha intrapreso con coraggio e intraprendenza in un settore come quello della narrativa generalmente presidiato da poche e solite sigle editoriali.

La pozza del Felice è una storia di montagna e di montanari ambientata in una valle remota delle Alpi svizzere. L’immensità delle vette che la sovrastano, l’incanto dei suoi silenzi, le pinete oscure, i crepacci innevati accolgono e fanno da sfondo a personaggi aspri, generosi, schietti e leali. Il fascino di un mondo selvaggio s’intreccia alla vita del protagonista, un vecchio di nome Felice, che trascorre giornate scandite dalle stesse immutabili abitudini. Un vecchio schivo ed enigmatico. Il suo riserbo attira l’attenzione del narratore e coprotagonista, un giovane andato a vivere in montagna per sfuggire al caos cittadino. Il loro incontro porterà alla luce segreti rimasti sepolti per troppi anni. Un romanzo iniziatico, fuori dal tempo, dalla prosa rapida e incalzante che inchioda il lettore alla pagina e lo invoglia ad accordarsi, anche lui, al ritmo delle stagioni.

Fabio Andina (Lugano, 1972) si è laureato in cinema a San Francisco. Ha pubblicato la raccolta di poesie Ballate dal buio (2005) ed è stato inserito nell’antologia Di soglia in soglia. Venti nuovi poeti della Svizzera italiana (2008). Nel 2016 ha pubblicato il romanzo Uscirne fuori e ha ricevuto una menzione al Premio Chiara Inediti per la raccolta di racconti Il paese senza nome, che gli è valsa l’inserimento nell’antologia Dieci racconti per Piero Chiara.

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