La rivista svizzera “Archi” esplora la costruzione in legno in Ticino

Tra i materiali da costruzione più antichi, il legno è stato soppiantato all’inizio del Novecento da acciaio e cemento (più facili da gestire sul versante ingegneristico e, soprattutto, non combustibili). Oggi però la ricerca di sistemi di edificazione sostenibili ne ha determinato la riscoperta, grazie anche alle nuove tecniche e tecnologie elaborate in atenei e istituti tecnici svizzeri. Mentre a nord delle Alpi iniziano a sorgere palazzine e interi quartieri in legno, “Archi”, rivista svizzera d’architettura, ingegneria e urbanistica pubblicata da Espazium – edizioni per la cultura della costruzione, si chiede: e in Ticino?

La risposta sta nel numero 6 del 2019, Costruire in legno a sud delle Alpi, in uscita il 9 dicembre e curato dall’architetto Stefano Zerbi e dall’ingegnere Stefano Miccoli. Nella Svizzera italiana, «territorio di frontiera e contaminazione di modalità costruttive nordiche e mediterranee» (come scrive la direttrice Mercedes Daguerre nell’editoriale) dove tradizionalmente la costruzione in legno è stata subordinata a quella in pietra, oggi questo materiale «viene scelto» osserva Miccoli «più che per gli aspetti tecnologici e ambientali, per trasmettere un messaggio personale». Lo dimostrano i progetti presentati nel numero, firmati da esponenti affermati e emergenti dell’architettura ticinese (gli studi Durisch + Nolli, Tocchetti Pessina, Guidotti, Moro & Moro e Stocker Lee); in essi «il legno non è scelto principalmente per ragioni strutturali, ma perché si sposa bene con l’idea architettonica e apre possibilità tecniche ed espressive che permettono di mostrarla».

Il nuovo numero di “Archi” è reperibile nelle maggiori librerie e su www.espazium.ch.

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