“La Traviata” di Henning Brockhaus a Lugano

Sono convinto che il simbolismo nella lirica sia l’unico linguaggio che si leghi alla musica con profonda emotività, perché vicino a quello dei nostri sogni, che sfuggono alla razionalità sublimando dolori nascosti, gioie, ire. (Henning Brockhaus)

La Traviata, Macerata Opera Festival. © Tabocchini

L’opera lirica torna al LAC: dopo il successo de Il Barbiere di Siviglia diretto da Diego Fasolis, che aveva inaugurato la scorsa stagione, chiuderà quella attuale La Traviata, il capolavoro verdiano nel leggendario allestimento creato nel 1992 per lo Sferisterio di Macerata, con la regia e le luci di Henning Brockhaus e le scene del compianto Josef Svoboda. Rappresentata in tutto il mondo, vedrà il suo debutto al LAC mercoledì 17 giugno 2020, con repliche sino al 24 giugno.

La Traviata, Macerata Opera Festival. © Tabocchini

L’originale allestimento del capolavoro verdiano, è stato presentato questo pomeriggio al LAC, alla presenza delle maggiori personalità coinvolte nell’ambizioso progetto artistico. Dirige il capolavoro verdiano, il Maestro Markus Poschner, direttore principale dell’OSI – Orchestra della Svizzera Italiana: «La Traviata è l’opera più toccante ed emozionante della storia della musica. Mettere in scena a Lugano questo capolavoro con un cast di livello mondiale sarà un’esperienza indimenticabile e unica. Con la straordinaria OSI troveremo un nostro nuovo modo di far rivivere l’incredibile radicalità e modernità di questa musica. Ve lo posso promettere fin d’ora». Poschner, alla testa dell’OSI e del Coro della Radiotelevisione svizzera, dirigerà un cast di interpreti eccellenti come Olga Peretyatko, Airam Hernández e Giovanni Meoni.

 

La Traviata, Macerata Opera Festival. © Tabocchini

Noto come “La traviata degli specchi”, l’allestimento di Brockhaus – regista collaboratore di Giorgio Strehler – innova l’opera tradizionale, posizionando al centro del palcoscenico uno specchio monumentale, affinché possa rifletterne lo sfondo scenografico: «lo specchio permette un doppio punto di vista sui rapporti tra i personaggi, mette in luce cose nascoste, è un racconto straniato in orizzontale e in verticale», spiega il regista, specificando che grazie a questo artificio scenico, lo spettatore, «che fino ad allora ha spiato gli eventi», nel finale «viene trascinato dentro la storia» – letteralmente e metaforicamente. Alla fine dell’opera lo specchio si dispone a novanta gradi rispetto al palcoscenico in maniera che tutta la platea ed i palchi vengono riflessi dentro la storia che sta per terminare: «catapulta il pubblico nell’azione, confondendo vittima e colpevole, tutti noi oggi responsabili nei confronti di quel mondo di “deboli” di cui anche Violetta faceva parte».

Questa soluzione scenica creata da Svoboda, grande scenografo e rivoluzionario del teatro, riflette ciò che accade sul palcoscenico, moltiplicandone i punti di vista, amplificandone le scene, invitando il pubblico a scrutare le vicende di Violetta e Alfredo, e indagare il sottile confine tra la natura intima e delicata della ragazza e la sua immagine pubblica. Un allestimento illuminante che si completa grazie ai costumi di Giancarlo Colis e alle coreografie di Valentina Escobar.

Ci sono tutte le premesse per uno spettacolo di successo, che contribuirà, da un lato, a dare prestigio e visibilità internazionale al LAC e a Lugano (commentano Roberto Badaracco, Capo Dicastero cultura, sport ed eventi, e Carmelo Rifici, direttore artistico di LuganoInScena), e dall’altro, a valorizzare l’Orchestra della Svizzera italiana, sempre pronta a cimentarsi in nuove sfide – sottolinea Denise Fedeli, direttore artistico-amministrativo dell’OSI, precisando che il centro culturale accoglierà ogni anno un’opera lirica.

 

La Traviata, Macerata Opera Festival. © Tabocchini

Tra le più celebri opere del compositore di Busseto, La traviata, scritta su libretto di Francesco Maria Piave, si compone di tre atti ed è tratto dalla pièce teatrale La signora delle camelie di Alexandre Dumas (figlio). La vicenda è nota: Violetta, donna smaliziata e mondana, è concupita da Alfredo, per il quale nutre un sentimento sincero, ma la loro unione viene dapprima ostacolata da Germont, il padre di Alfredo, e successivamente dalla malattia che porterà la ragazza alla morte. L’opera, ancora oggi una delle interpretazioni più attuali e accusa più diretta ai mali del conformismo, mostra quanto possano essere dolci le gioie dell’amore spontaneo tra l’impulsivo Alfredo e la sognatrice ma reticente Violetta; quanto possano essere implacabili le logiche della morale benpensante che Germont impone a difesa di valori nei quali, alla fine, sembra lui stesso soccombere; quanto coraggio e quanta dignità possano celarsi anche dietro le fattezze di una ragazza maledettamente bella ma che, destinata a perire di un male che la rode, è determinata nel mantenere puro il suo cuore, incurante di quel che tutti credono di vedere e di sapere.

Il cast vedrà protagonisti per i ruoli principali il soprano Olga Peretyatko nel ruolo di Violetta Valéry – già seducente Violetta ne La traviata al Mariinskij di San Pietroburgo –, il tenore Airam Hernández nel ruolo di Alfredo e il baritono Giovanni Meoni in quello di Giorgio Germont. Inoltre, Sofia Tumanyan veste i panni di Flora Bervoix, Michela Petrino interpreta Annina, Lorenzo Izzo dà la voce a Gastone, Visconte di Létorières, Davide Fersini è il barone Douphol, Laurence Edgar il marchese d’Obiginy e Alessandro Spina il dottor Grenvil.

 

Informazioni e prevendita

Diretta da Henning Brockhaus, La Traviata eseguita dall’Orchestra della Svizzera italiana, dal Coro della Radiotelevisione svizzera, sotto la guida di Markus Poschner, è prodotta da Sferisterio, LAC, LuganoMusica e dall’Orchestra della Svizzera Italiana.

Alla prima di mercoledì 17 giugno 2020, ore 20:30, faranno seguito le repliche di venerdì 19, domenica 21 e mercoledì 24 giugno 2020, ore 20:30. La prevendita delle quattro repliche è aperta su luganolac.ch e presso la biglietteria del LAC.

Lucrezia Greppi

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