LAC presenta “Lingua Madre – capsule per il futuro”
Lingua Madre – capsule per il futuro, il progetto ideato dal direttore artistico del LAC Carmelo Rifici e dalla direttrice artistica del FIT Festival Paola Tripoli, si sviluppa in 3 macro tematiche (Corpo, Rito, Linguaggio) declinate in 7 corpus tematici (Video artistici, Creazioni sonore, Testi, Documentari, Film, Other Lands – narrazioni non retoriche, Conferenze). Il ricco palinsesto di appuntamenti (dal 13 marzo al 27 maggio), tutti ad accesso libero a cadenza settimanale, saranno raccolti in una libreria digitale, accessibile per un periodo limitato di tempo.
Il progetto, frutto di un intenso lavoro durato cinque mesi e a cura di decine di artisti, registi, docenti ed intellettuali, nasce dall’idea di riflettere, sviluppare e materializzare le tematiche fondamentali impostesi con la pandemia. L’esigenza – ha spiegato Carmelo Rifici nel corso della conferenza stampa di presentazione di Lingua Madre – non era quella di affrettarsi per la realizzazione di progetti che potessero riempire un palinsesto digitale. Al contrario, si è scelto di curare ogni creazione artistica sin nel minimo dettaglio, la forma come il contenuto, l’estetica come il messaggio che si voleva trasmettere, o meglio le suggestioni che si riteneva necessario sollevare. Abbiamo capito che era necessario affrontare questo viaggio – ha aggiunto Rifici – attraverso delle “regole” per delimitare i margini e gli argini per muoverci nel labirinto del digitale.
Nasce così il manifesto di Lingua Madre, una dichiarazione d’intenti declinata in dieci punti, a cura del comitato editoriale formato da Angela Dematté, drammaturga e attrice, vincitrice del Premio Aquila d’Oro per la cultura 2019; il drammaturgo e scrittore Riccardo Favaro, finalista al Premio Riccione e recente vincitore del Premio Scenario; Francesca Sangalli, autrice di teatro, cinema e televisione; Lorenzo Conti, che si occupa di curatela e formazione nel campo della danza contemporanea.
Una grande produzione LAC – Lugano Arte e Cultura resa possibile dalla fattiva collaborazione di tutti, e dalla generosità degli abbonati, che hanno rinunciato ai rimborsi per gli spettacoli annullati – ha sottolineato il Direttore del LAC Michel Gagnon – unitamente a chi ha deciso di sostenerli tramite delle donazioni. Un progetto innovativo in un momento difficile, nato dalla possibilità “forzata” ma benefica di riflettere su temi fondamentali – ha aggiunto Roberto Badaracco, Presidente LAC e Capo dicastero cultura, sport ed eventi della Città di Lugano. Il web – ha commentato Luigi Maria Di Corato, Direttore Fondazione Lugano per il Polo Culturale – è stato sfruttato come strumento di ricerca e non come surrogato per sostituire gli spettacoli dal vivo. Lingua madre, ha aggiunto infine Paola Tripoli, si riferisce al tempo presente ma è pensato per il pubblico e i teatri del futuro.
Come accennato, Lingua Madre si sviluppa in tre macro aree tematiche: Corpo, Rito, Linguaggio. Il tema del corpo, così duramente colpito dalla crisi pandemica e dall’isolamento forzato che ne è conseguito, verrà analizzato nelle sue potenzialità espressive come nella sua assenza. Abbiamo riscoperto la fragilità del nostro corpo e la necessità di prenderci cura di noi e degli altri. Il tema del rito e della ritualità sono entrate anch’esse in un’area di crisi: il rito sacro, quello di poter dare l’addio ai propri cari, così come il rito “profano”, ossia il teatro, divenuto un luogo di pericolo. Il linguaggio, prima “farmaco”, con la pandemia è diventato “veleno”: è partendo da questa constatazione che si indagherà il ruolo e la potenza della parola.
Tre macro tematiche su cui si svilupperà il ricco palinsesto di Lingua Madre: il primo appuntamento è in programma sabato 13 marzo con Poesie anatomiche di Alessio Maria Romano, un invito ad esplorare le pieghe del corpo umano e architettonico del centro culturale.
Lucrezia Greppi