Le novità di un festival replicante
Il programma offerto oggi, domenica 13 ottobre, dal Festival Internazionale delle marionette di Poletti, sembra la fotocopia di quello del settembre 2015. Prima, il Teatro Glug con lo stesso, famoso, spettacolo di repertorio, I vestiti nuovi dell’imperatore, celebre fiaba di Andersen; seguito poi (nel pomeriggio) dai Personaggi misteriosi dell’argentino Roberto White. Sembra. Perché intanto i bambini di allora avranno adesso 9-10 anni, un’era geologica in ambito infantile. In secondo luogo per quanto concerne il teatro non si può parlare di vera e propria replica, ogni spettacolo è un unicum imprevedibile, soprattutto quando la platea è composta dai più piccoli.
Così è stato per la compagnia toscana, introdotta anche questa volta dal cugino ottocentesco, londinese, di Pulcinella, un burattino con la sua bella divisa rossa, originalmente provvisto di gambe. Quindi l’animazione è passata a Enzo Cozzolino, uomo dalle mille mani e altrettante voci che, con l’allegra sua baracca, le casette dei “poveri”, sovrastate dal palazzo reale, ha divertito narrando la clamorosa beffa ai danni dei potenti, tanto potenti quanto stupidi. I numerosi bambini hanno accolto con molte risate le gag a base di strafalcioni linguistici, promuovendo a star la pecorella indotta a fare da cane da guardia e a trasformare il suo belato in un recidivo abbaiare: come resistere ad una pecora che abbaia? Ma se l’altra volta, quando il tronfio e vanesio re si presenta in mutande, cascando per ottuso orgoglio nell’inganno dei vestiti invisibili che solo gli intelligenti possono vedere, il gioco non era proprio riuscito (alla domanda del burattinaio se vedevano il vestito, la platea si era divista tra i “sì” e i “no”), questa volta, lasciando alla libera reazione, alcuni piccoli dal pubblico hanno subito gridato: “è nudo”, “è in mutande”, assumendo spontaneamente il ruolo competente. Alla fine, anche una lotteria, basata sull’estrazione di un biglietto, con un po’ di fatica Poletti è riuscito a far leggere ad una bambina in età scolare il numero estratto di tre cifre (“le scuole non sono più quelle di una volta…”). Il premio al vincitore? Il libretto fresco di stampa di Michel e Aymone Poletti, Il circo Selenium + La tua storia, una storia di gatti e un’altra storia che, con opportuni input, i piccoli lettori possono scrivere e se verrà bellissima magari l’anno prossimo vedremo debuttare qualcuno al Festival come autore in erba.
Al mattino teatro affollato, un po’ meno, come consuetudine, nel pomeriggio, per l’apprezzato ritorno di Roberto White che ha proposto anche qualche nuova scenetta, presentandosi con delle lunghissime braccia che attraversavano quattro fila di sedie, spaventando a morte un piccolissimo (ma se era da 5 anni, 5 anni deve essere…). Comunque dopo queste inquietanti strette di mano, ha deliziato tra buffo e poetico con la metamorfosi dei palloncini, che possono essere qualsiasi cosa, un gelato, un microfono, occhi o lacrime ed un bestiario infinito, per poi passare ad alcuni pezzi forti già visti come il duetto romantico madre e baby, l’esserino in gabbia, il samurai, fatto di morbidi sacchetti, dal cuore tenero con la spada che diventa ora un cannocchiale, ora un flauto, il clown danzante e ribelle… creature che gli prendono letteralmente la mano; gli innamorati in bilico tra amore, morte, disperazione, rinascita, fino al bis del lettore dalle molte braccia (due finte e due di White) che attraverso il libro trascorre ogni tipo di avventura ed emozione, per poi rimbecillirsi con lo schermo televisivo. Anche se ci è sembrato questa volta un numero un po’ più frettoloso. Prossimo appuntamento sabato 19, ore 15, con la compagnia di casa Musicateatro che replica I segreti di Leonardo, omaggio all’intramontabile genio.
Manuela Camponovo