“Le tre profezie” di Giulio Tremonti

Giulio Tremonti e Nicola Saldutti al Salone Estense (Varese)

Grande successo per l’iniziativa del Salone Estense a Varese, dove è stato invitato Giulio Tremonti, ex ministro italiano dell’Economia e delle Finanze, per la presentazione del suo ultimo saggio: Le tre profezie. Appunti per il futuro, edito da Solferino.

La conferenza si inseriva all’interno della rassegna multidisciplinare Giardini Letterari diretta da Cristina Bellon e organizzata dalla Biblioteca Civica di Varese in partnership con Coopuf Iniziative culturali.

Tra il folto pubblico erano presenti le autorità della città, ASST Sette Laghi, l’Università Insubria di Varese, la LIUC di Castellanza, l’Università Statale di Milano; così come i presidenti, vicepresidenti e direttori di Confcommercio Ascom Varese, Confartigianato Imprese Varese, Confagricoltura Varese e Unione Industriali provincia Varese; e, infine, i rappresentati degli Ordini dei Commercialisti, degli Avvocati, dei Geometri, degli Architetti.

A colloquio con Nicola Saldutti, Caporedattore Economia Corriere della Sera, Tremonti ha chiarito sin da subito che il titolo del suo saggio trae spunto dalle profezie di tre illustri personaggi: Marx, Goethe e Leopardi, le cui idee vengono rilette guardando alla situazione economica attuale.

 

La profezia di Marx risale al 1848: «lo stregone evocherà potenze infernali che non saprà controllare». Per Tremonti si tratta del colosso cinese che si confronta con l’Occidente. Incalzato da Salduzzi, il quale ha sottolineato che una delle tesi del libro è che si sottovalutò l’accesso della Cina ai mercati, l’ex Ministro Italiano ha commentato che dietro all’aspetto economico c’è un progetto geopolitico (un esempio, citato dallo stesso, sono le missioni archeologiche cinesi). Esiste un vero e proprio scontro tra due visioni opposte nel mondo: la democrazia liberale da una parte, incarnata dal mondo occidentale, e la dittatura digitale dall’altra, rappresentata dalla Cina.

La seconda profezia è quella di Goethe, che nel Faust mise in luce il potere mefistofelico del denaro, facendo vendere l’anima al diavolo al protagonista, in cambio di giovinezza, sapienza e potere. Secondo Tremonti è ciò che succede oggi: si firma una cambiale per acquistare il diritto a vivere in un mondo virtuale in cui le identità si azzerano. Il nuovo mondo è quello riassunto nell’espressione: «Digito ergo sum» cui si associa l’idea di poter creare ricchezza dal nulla.

L’ultima profezia è l’intuizione di Leopardi nel 1820, il quale rifletteva sulla crisi di una civiltà che diviene cosmopolita. Il filosofo recanatese pensava in particolare alla caduta dell’ordine di Vienna, che definisce le cause della crisi della civiltà globale, riflettendo poi sulla storia romana: «in un mondo in cui tutti sono cittadini romani, nessuno può più dirsi veramente cittadino romano».

La tesi principale del saggio è che stiamo vivendo una seconda globalizzazione: la prima fu nel Cinquecento, secolo in cui cambiò il fronte scientifico da Tolomeo a Copernico, cedettero le strutture politiche e nacquero i grandi Stati. La differenza con la seconda globalizzazione è che la precedente fu «furiosa» mentre quella attuale è stata velocissima, ma almeno all’inizio pacifica.

A conclusione della serata una serie di domande delle varie autorità e la possibilità per il pubblico presente di avere una copia autografata del libro.

Francesca Rossetti 

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