Locarno FilmFestival: un viaggio dal Bangladesh a Locarno

Un abbraccio tra donne. Questo è Porte aperte sul cinema dal mondo 2021, un viaggio dal Bangladesh a Locarno, passando da San Paolo, all’insegna di un abbraccio femminile. L’evento organizzato da Open Doors insieme alla Città di Bellinzona e a SpazioReale dell’Antico Convento delle Agostiniane di Monte Carasso, anticipa i tempi e quest’anno apre le sue porte alla vigilia dell’estate: dal più grande premio dedicato al fotogiornalismo internazionale, a Made in Bangladesh, esempio di cinema d’autore al centro del progetto del Locarno Film Festival.

Tre settimane in mostra e una serata al cinema. Open Doors il 2 giugno offrirà al pubblico Made in Bangladesh, di Rubaiyat Hossain (2019), storia di un gruppo di lavoratrici di una fabbrica di abbigliamento di Dacca che decidono di fondare un sindacato a difesa dei loro diritti. Un film che racconta uno spaccato del mondo e una realtà forte e irrinunciabile del Locarno Film Festival: Open Doors. Protagonista di numerosi festival internazionali nel 2019 e nel 2020, Made in Bangladesh sbocciò nel 2016 proprio a Locarno. Quando Rubaiyat Hossain, regista e produttrice bengalese impegnata, partecipò a Open Doors Lab per raccontare il suo progetto; poi, un anno dopo, eccola a Open Doors Hub, per godere della piattaforma di co-produzione allestita dal progetto di Locarno Pro che da quasi vent’anni volge il suo sguardo e il suo impegno a cinematografie da scoprire e sostenere. Quindi ecco finalmente la sala, nel 2020 e il prossimo 2 giugno, a Monte Carasso.

Inoltre, SpazioReale dal 29 maggio al 20 giugno accoglierà 142 foto della World Press Photo Exhibition 2021, tra cui The First Embrace, un abbraccio ai tempi del Covid tra un’anziana e un’infermiera brasiliane immortalato da Mads Nissen (World Press Photo of the Year),

Due eventi, due immagini, che riescono a costruire un vero e proprio ponte culturale capace di unire locale e globale, Ticino e Dacca, il “piccolo” cinema bengalese e il grande fotogiornalismo internazionale. Donne in grado di raccontare un intero anno “pandemico” con un gesto rubato e donne capaci di raccontare un’urgenza sempre attuale, come quella della sicurezza sul lavoro e della questione femminile, con un racconto per immagini.

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